Chiusura debole per i listini continentali, penalizzati anche dall’andamento lievemente negativo di Wall Street. A Milano il Ftse Mib archivia l’ottava seduta consecutiva in rosso, con un ribasso dello 0,6% a 22.297 punti. In frazionale ribasso anche il Cac 40 di Parigi (-0,5%), l’Ibex 35 di Madrid (-0,4%) e il Dax di Francoforte (-0,3%) mentre il Ftse 100 di Londra termina invariato, beneficiando in parte del rafforzamento della coppia euro/sterlina (0,896).
Sul Forex, infatti, la moneta continua a guadagnare terreno sulle principali valute, portando il cambio con il dollaro a quota 1,176. A sostenere l’euro sono soprattutto i dati macro positivi, diffusi in mattinata, sull’economia dell’Eurozona e in particolare da quelli sopra le attese sul Pil tedesco del terzo trimestre.
Tra le materie prime arretra di oltre due punti percentuali il petrolio, con Wti e Brent rispettivamente in area 55,3 e 61,5 dollari al barile in attesa dei numeri settimanali sulle scorte americane che l’Eia divulgherà domani.
Sull’obbligazionario, i prezzi dei bond europei risalgono lievemente dopo le parole dei principali banchieri centrali intervenuti in mattinata a Francoforte. Il rendimento del Btp decennale resta poco mosso all’1,81%, mentre lo spread con il Bund tedesco si attesta a 142 punti base.
A Piazza Affari non si arrestano le vendite su LEONARDO (-4,8%), su cui pesano anche i downgrade degli analisti dopo i conti dei nove mesi e la revisione al ribasso delle stime per il 2017.
Pesante anche SAIPEM (-7,1%), penalizzata dal ribasso del greggio e dall’esclusione dall’indice MSCI Global di Morgan Stanley, dove invece sarà inclusa CAMPARI (+2,3%). Ancora in calo TELECOM ITALIA (-2,8%), dopo il taglio del rating da parte di Goldman Sachs per le incertezze sull’andamento del settore mobile.
La frenata dell’oro nero penalizza anche ENI (-1,2%) e TENARIS (-2,5%). Segni rossi diffusi anche tra i bancari, con BPER (-2,2%), BANCO BPM (-2,5%) e UBI (-2%) fra le peggiori.
In controtendenza A2A (+5,6%), grazie anche alla revisione al rialzo della guidance sull’Ebitda 2017 e alle ipotesi di M&A attraverso la controllata Acsm-Agam.
Fuori dal listino principale sprofonda TREVI (-22,2%) a seguito della comunicazione del rinvio del cda per l’approvazione dei dati trimestrali, a causa del complicarsi della situazione reddituale e finanziaria.