Prosegue il sell-off sull’azionario europeo, a cui si allinea pure Wall Street con gli indici americani che in avvio cedono ancora lo 0,3% circa.
Nel Vecchio Continente, intorno alle 16:00, il Ftse Mib di Milano arretra dello 0,5%, seguito dal Cac 40 di Parigi (-0,4%), l’Ibex 35 di Madrid (-0,4%) e il Dax di Francoforte (-0,2%). Poco mosso il Ftse 100 di Londra (+0,1%), che beneficia in parte del rafforzamento della coppia euro/sterlina (0,897).
Sul Forex, infatti, la moneta continua a guadagnare terreno sulle principali valute, portando il cambio con il dollaro a quota 1,175. A sostenere l’euro sono soprattutto i dati macro positivi, diffusi in mattinata, sull’economia dell’Eurozona e in particolare da quelli sopra le attese sul Pil tedesco del terzo trimestre.
Tra le materie prime flettono lievemente le quotazioni del petrolio, ancora appesantite dalla prospettiva di un aumento della produzione statunitense in attesa dei numeri settimanali sulle scorte americane che l’Eia divulgherà domani. Nel frattempo, Wti e Brent scambiano rispettivamente in area 56,6 e 63 dollari al barile.
Sull’obbligazionario, i prezzi dei bond europei risalgono lievemente dopo le parole dei principali banchieri centrali dal forum di Francoforte. Il rendimento del Btp decennale scende così all’1,81%, mentre lo spread con il Bund tedesco rimane sostanzialmente invariato a 141 punti base.
A Piazza Affari non si arrestano le vendite su LEONARDO (-4,5%), su cui pesano anche i downgrade degli analisti dopo i conti dei nove mesi e la revisione al ribasso delle stime per il 2017.
In calo anche SAIPEM (-5,8%), esclusa dall’indice MSCI Global di Morgan Stanley e TELECOM ITALIA (-3,6%), dopo il taglio del rating da parte di Goldman Sachs per le incertezze sull’andamento del settore mobile.
Segni rossi diffusi tra i bancari, con BPER (-3%), BANCO BPM (-2,6%), UNICREDIT (-1,7%) e UBI (-1,5%) fra le peggiori del listino.
In controtendenza A2A (+4,9%), grazie anche alla revisione al rialzo della guidance sull’Ebitda 2017 e alle ipotesi di M&A attraverso la controllata Acsm-Agam.
Ben intonata pure CAMPARI (+2,8%), che dall’1 dicembre entrerà a far parte dell’indice MSCI Global.
Fuori dal listino principale sprofonda TREVI (-20%) a seguito della comunicazione del rinvio del cda per l’approvazione dei dati trimestrali, a causa del complicarsi della situazione reddituale e finanziaria.