Trevi – in forte ribasso dopo il rinvio Cda per approvazione trimestrale

Trevi scambia attorno a 0,42 (oltre -17%) dopo aver comunicato il rinvio entro fine dicembre del cda per l’approvazione dei dati trimestrali, preso atto dell’incertezza circa l’esito delle negoziazioni dell’accordo di stand-still con il ceto creditorio ed il suo probabile slittamento oltre la scadenza inizialmente prevista.

Il comunicato riporta la presenza di scostamenti sensibili nel risultati relativi al trimetre rispetto alle previsioni e l’esigenza di individuare a breve termine la figura di un Chief Restructuring Officer oltre alla possibile rimodulazione della manovra finanziaria che preveda, tra le soluzioni straordinarie, anche un rafforzamento patrimoniale.

In particolare, la Società rileva in maniera generica e puramente indicativa ricavi totali e Ebitda inferiori rispetto a quanto preventivato, nonchè il peggioramento della posizione finanziaria netta. Quest’ultima deriva principalmente dalla mancata cessione di crediti pro-soluto, ma il dato – avverte il comunicato – deve essere considerato preliminare e non definitivo  in quanto soggetto a possibili rettifiche. Peraltro Trevi rassicura che al 30 settembre sulla capogruppo non sono state iniziate da parte dei creditori iniziative legali né rilevate difficoltà negli approvvigionamenti e forniture, mentre a valle, pur non evidenziando carenze nelle forniture, vi sono stati solleciti e ingiunzioni per pagamenti ammontano ad un valore complessivo di circa un milione.

Infine, continuano le negoziazioni dei necessari waivers relativi a contratti di finanziamento, tra i quali il minibond 2014-2019,  che prevedono il rispetto di specifici covenants che non saranno presumibilmente rispettati.

Situazione complessa quindi per il gruppo cesenate attivo nel settore oil&gas e costruzioni.