Ferragamo – Gestione operativa in calo nei primi 9 mesi 2017

Il gruppo Ferragamo ha archiviato i primi nove mesi del 2017 con ricavi, a cambi correnti, in calo dello 0,9% a 1.005 milioni (+0,2% a cambi costanti) rispetto al pari periodo del 2016

Nel dettaglio, le vendite dal canale retail sono aumentate dell’1,2% a tassi correnti e del 2,9% a parità di cambi, con una diminuzione dell’1,0% a tassi e perimetro costanti.

I ricavi riferiti al canale Wholesale hanno registrato, invece, un calo del 4,7%, penalizzato dalla riduzione del magazzino, dalle tensioni in Corea del Sud e dalla razionalizzazione strategica in Giappone.

La ripartizione geografica del giro d’affari del gruppo riconferma l’area Asia e Pacifico al primo posto, con una crescita a tassi correnti del 2,8% (+3,5% a cambi costanti), nonostante le deboli vendite in Corea del Sud e a Hong Kong. I negozi diretti in Cina, invece, hanno fornito un importante contributo alla crescita dell’area, portando vendite aumentate dell’8,1% a cambi correnti e del 15,5% a cambi costanti. Si ricorda che Asia e Pacifico generano la quota più importante del giro d’affari del gruppo, pari al 35,5 per cento.

In Europa si osserva invece una diminuzione dei ricavi dell’1,6% (-0,9% a parità di cambi), penalizzato dalla debolezza del canale wholesale e dalla riduzione del magazzino.

Anche in Nord America e in Giappone le vendite hanno registrato un calo rispettivamente del 3,3% e del 4% a tassi di cambio costanti.

Il giro d’affari nel Centro e Sud America è cresciuto del 3,1% (+6,9% a parità di cambi), rallentato però dal terremoto avvenuto in Messico nello scorso mese di settembre.

Dalla ripartizione per categoria di prodotto, emerge che il fatturato derivante dalle calzature è in calo dell’1,2%, quello di borse e accessori diminuisce dello 0,6%, mentre aumentano del 3,2% le vendite dei profumi.

L’Ebitda si riduce del 25,1% a 161,8 milioni con un’incidenza sui ricavi del 16,1%, in calo del 5,2% rispetto ai primi nove mesi del 2016. La dinamica sconta la cessione della controllata indiana (-3 milioni), al netto della quale l’Ebitda ammonterebbe a circa 165 milioni (-23,7% rispetto all’anno precedente).

L’Ebit perde invece 32,2 punti percentuali e si fissa a 115,2 milioni.

La gestione chiude con un utile netto consolidato in diminuzione del 26,8% a 82,3 milioni, contro i 112,5 milioni del 2016.

A livello patrimoniale, la posizione finanziaria netta passa da un indebitamento netto di 8 milioni di fine anno 2016 a liquidità netta per oltre 100 milioni al 30 settembre 2017.

La significativa generazione di cassa deriva dalla migliore gestione del circolante, (219 milioni a fronte dei 118 milioni del 2016), e dall’accordo Patent Box (regime di tassazione agevolata) firmato a fine 2016.

La società dichiara che l’anno in corso rappresenta un periodo di transizione, che vede l’implementazione di interventi e iniziative strategiche estese alle principali aree aziendali.