Utility – Mini reazione del settore (+0,4%) sostenuto dall’exploit di A2A (+5,6%)

Dopo quatto sedute consecutive concluse con il segno meno davanti, il Ftse Italia Servizi Pubblici ha avuto uno scatto d’orgoglio, chiudendo la giornata borsistica di ieri con un rialzo dello 0,4% rispetto alla chiusura precedente.

La performance del paniere dei titoli tricolori del settore utility e delle rinnovabili è stata ancora una volta migliore sia rispetto a quella del principale indice di piazza Affari, cioè il Ftse Mib (-0,6%), sia rispetto a quella dello Stoxx Europe 600 Utilities (-0,4%). Da segnalare che ieri il mercato dei governativi europei non ha mostrato variazioni di rilievo, con i rendimenti che sono diminuiti leggermente

Il titolo protagonista indiscusso della giornata di ieri all’interno del Ftse Italia Servizi Pubblici è stato A2A (+5,6%). Tra le possibili ragioni dell’exploit borsistico delle azioni delle principale multi-utility lombarda quotata la leggera revisione al rialzo della guidance sull’Ebitda 2017 alla luce dei risultati del 3° trimestre, gli sviluppi sul fronte delle partnership con altre ex-municipalizzate in Lombardia, la revisione al rialzo della raccomandazione da parte degli analisti di Mediobanca a “Outperform” dal precedente “Neutral”, ma anche la considerazione da parte di qualche investitore che i corsi di A2A da inizio anno hanno guadagnato molto meno rispetto a quelli delle altre ex-municipalizzate quotate senza un giustificato motivo.

Nel segmento delle Big Cap, lieve rialzo per Enel (+0,4%) che nel corso della mattinata di ieri ha annunciato l’avvio della produzione in un nuovo parco eolico da 300 MW negli Stati Uniti, ma anche l’inizio dei lavori per la costruzione di un nuovo impianto eolico da 320 MW sempre negli Stati Uniti che alimenterà il data center di Facebook.

Nell’ambito delle Mid Cap, ha prevalso la lettera su Iren (-1,3%), nonostante una trimestrale in forte crescita e superiore alle attese, accompagnata dalla presentazione di un nuovo piano industriale al 2022 che prevede una politica di remunerazione con un tasso annuo medio di crescita del dividendo nel quinquennio in esame del 10%, in aumento rispetto all’8% indicato nel precedente business plan.

Tra i titoli delle società a bassa capitalizzazione, cioè le Small Cap, forti vendite su TerniEnergia (-5,8%), ma anche su ErgyCapital (-3,1%) e Acsm-Agam (-3,1%), con quest’ultima che ha delineato le linee guida del progetto di partnership industriale e societaria con altre ex-municipalizzate lombarde (Aspem, Aevv, Acel Service, Aevv Energie e Lario Reti Gas), il tutto sotto il cappello di A2A.