Il Ftse Italia Banche termina con un guadagno dello 0,5% e in linea all’analogo europeo (+0,6%), aiutando il Ftse Mib (-0,6%) a ridurre le perdite.
L’indice bancario, dopo essere stato frenato per gran parte della giornata dalla solita questione relativa all’addendum proposto dalla Bce, è riuscito comunque a mettere a segno un recupero nel finale.
Nel Ftse Mib riescono quasi tutti a tornare in territorio positivo, a partire da Bper (+2,1%) la cui percezione presso gli investitori è migliorata dopo l’annuncio del piano di riduzione nell’esposizione negli npl, e Banco Bpm (+2,4%) come il mercato che aveva già scontato che l’acquisto del 50% di Popolare Vita in mano a UnipolSai da parte della banca milanese dovrebbe avvenire a un prezzo di 535,5 milioni secondo la stima del perito (comunicata ufficialmente), anche se l’istituto vuole analizzare nel dettaglio la documentazione. Nel frattempo, l’Ad Giuseppe Castagna ha escluso la possibilità di uno scioglimento anticipato della partnership nella bancassurance con la compagnia francese Covéa.
Risalgono la china anche Intesa (flat), Unicredit (+0,8%) e Ubi (+1%), quest’ultima grazie anche alla conferma del giudizio ‘outperform’ da parte di Mediobanca con target price a 4,8 euro.
Arretra ancora invece Mps (-4,9%) anche se il suo presidente Alessandro Falciai ha precisato che l’andamento non è imputabile a cause ‘company specific’.
Nel Mid Cap gli acquisti tornano sia su Popolare Sondrio (+1,5%) sia su Credem (+1%), dopo il rosso di martedì.
Tra le Small Cap altra débacle per Carige (-11,1%) il cui cda si è riunito ieri per definire i dettagli dell’aumento di capitale da 560 milioni, il cui avvio è ormai è alle porte.
Ancora in profondo rosso Creval (-6,1%), penalizzata ancora dall’annuncio della ricapitalizzazione da 700 milioni superiore alle attese del mercato (circa 500 milioni), anche se i vertici si dicono convinti della buona riuscita dell’operazione.