Impiantistica – Il dramma senza fine di Astaldi (-32%)

L’indice dell’impiantistica (+0,2%) vince tanto nel confronto con il Ftse Mib (-0,6%) che in quello con l’Eurostoxx settoriale (-0,4%), ma a guardare nel dettaglio ci sono ancora una volta due malati gravi che non zavorrano il comparto solo grazie all’ormai bassa capitalizzazione: Astaldi e Trevi.

Astaldi, purtroppo, ha vissuto una se non la giornata peggiore della sua storia borsistica restando quasi per l’intera sessione sospesa in asta di volatilità per l’eccessiva pressione dei realizzi. Non si tratta di un fenomeno episodico, considerate quanto già successo nei giorni passati che testimoniano un crollo complessivo da una settimana con l’altra di oltre il 66% del valore del titolo. I problemi societari sono noti ed oggi hanno un nome: Venezuela. Il default, al momento ancora selettivo, del paese del Centro America costa caro al gruppo di impiantistica e gli investitori voltano la schiena battendo i ritirata e condannano l’azione ad una chiusura in ribasso del 32%!

Diversa, ma con qualche similitudine, la performance dell’altra imputata del giorno: Trevi. Il gruppo romagnolo, dopo la pessima performance della seduta precedente a seguito del comunicato che annunciava il rinvio del Cda “entro dicembre” per l’approvazione della trimestrale, si affossa di un ulteriore 11%.

Passando alle buone notizie, si sottolineano ancora una volta acquisti su Fincantieri che incassa un ulteriore +1,2% e sembra ormai voler puntare verso quota 1,20 euro. Molto bene anche Leonardo (+4,5%), il titolo principale del settore per capitalizzazione, vero artefice del segno più dell’indice. Per capire se si tratti di un rimbalzo tecnico o dell’esaurimento del momento di sfiducia a seguito della revisione della guidance sarà necessario attendere almeno un altro paio di giornate. Resta il fatto che la brusca inversione nell’entità del segno lascia spazio ad un giustificabile ottimismo.