Il Ftse Italia Banche termina con un frazionale ribasso dello 0,5% e in maniera divergente rispetto all’analogo europeo (+0,2%), non impedendo però al Ftse Mib (+0,2%) di terminare sopra la parità seppure rallentandolo.
L’indice bancario chiude dunque in territorio negativo una giornata di saliscendi, risentendo delle solita questione degli npl e frenato anche dalle problematiche che stanno riscontrando Carige e Creval nei loro piani di rilancio.
Tra i titoli del Ftse Mib tornano le vendite su quelli che mercoledì erano stati autori dei recuperi migliori proprio in extremis. Intesa (+0,1%) e Mediobanca (+0,5%) riescono a chiudere in leggero rialzo, mentre Unicredit (-0,2%) ha contenuto il rosso appena sotto la parità.
Ancora vendite su Mps (-4,1%) nonostante stiano proseguendo a buon ritmo le adesioni all’offerta pubblica volontaria parziale di scambio relativa al ristoro degli ex detentori di titoli subordinati, pari al 73,59% a quattro giorni dalla chiusura del periodo per apportare le azioni interessate.
Nel Mid Cap arretra pesantemente Popolare Sondrio (-4,2%) tornata al centro dei rumor per una possibile integrazione con Creval. Più contenuto il ribasso di Credem (-0,6%), percepito comunque tra gli istituti più solidi del sistema.
Tra le Small Cap le azioni Carige sono state sospese dalle contrattazioni fino a fine seduta dopo che la banca ligure ha ufficializzato che non si sono verificati i presupposti per la creazione del consorzio di garanzia al fine di poter avviare l’aumento di capitale da 560 milioni. Intanto, proseguono le trattative con le banche che stanno curando l’operazione.
Altro tonfo per Creval (-19%) dopo che Dbrs ha ridotto i rating a causa della difficile situazione in cui versa la banca, alle prese con un ambizioso piano di rafforzamento patrimoniale e al centro di possibili aggregazioni.