L’istituto nato nel 2011 si è consolidato come leader nel comparto del factoring rivolto ai fornitori della PA e ha avviato un percorso di diversificazione, mentre lavora sull’efficienza per migliorare la redditività. La banca milanese, come sottolinea il Ceo Gianluca Garbi, ha infatti concretizzato l’ingresso nella cessione del quinto e nei servizi connessi ai crediti d’imposta, senza però intaccare la sostenibilità e il livello di rischio che contraddistingue il suo modello di business.
- Gianluca Garbi, Ceo di Banca Sistema, illustra le priorità strategiche
- Il 2017: “molte novità in uno scenario favorevole”
- “La capacità di execution è di vera eccellenza”
- “La sostenibilità di un business con grandi potenzialità”
- Più diversificata con bassi livelli di rischio
- Un portafoglio prodotti sempre più ampio
- Simile ma diversa dalle banche commerciali
- I risultati dei primi nove mesi 2017
- Efficienza e redditività – Le performance del 2017
- Le proiezioni per i prossimi 3 anni
- L’evoluzione della redditività al 2019
- Analisti – Prevalente l’indicazione d’acquisto
- Borsa – Performance dell’ultimo anno
Banca Sistema archivia i primi nove mesi del 2017 con risultati considerati decisamente buoni anche dal Ceo Gianluca Garbi, che conferma il trend nel periodo che ci separa dalla fine dell’esercizio ed anticipa un 2018 all’insegna della crescita merito anche la conferma di uno scenario favorevole.
Il 2017 dovrebbe così chiudersi nel solco del trend che ha caratterizzato i primi nove mesi. Il margine di intermediazione dovrebbe crescere di circa il 6% e quindi superare gli 85 milioni, mentre l’utile netto dovrebbe muoversi con una dinamica in linea a quella del fatturato (+7%) e avvicinarsi ai 28 milioni.
Risultati conseguiti merito la capacità di execution del team che affianca Garbi al vertice di un gruppo che “ha conseguito la leadership nel factoring rivolto ai fornitori della Pubblica Amministrazione (PA)”.
Un business il cui scenario di riferimento “si conferma più che positivo”, mentre l’istituto milanese, aggiunge il suo Ceo, “potrà beneficiare anche della crescita attesa nelle nuove attività come i crediti concessi a fronte della cessione del quinto dello stipendio (CQS) e della pensione (CQP)”.
Il 2018 si presenta così, prosegue il Ceo di Banca Sistema, “con le carte in regola per garantire un’ulteriore crescita dei volumi nelle diverse aree d’affari, fra le quali è doveroso richiamare quella nuova dei crediti fiscali, mentre la redditività beneficerà delle iniziative sul fronte dell’efficienza e dell’efficacia”.
Il prossimo anno “dovrebbe così presentarsi con prospettive migliori, con gli analisti che si attendono una crescita del margine di intermediazione e, soprattutto, dell’utile netto”.
Scenario e prospettive di fronte alle quali il titolo in Borsa ha messo a segno una performance dell’11,7% nell’ultimo anno, pur sotto-performando del 29% il comparto bancario e del 33% il segmento Star.
Questo anche perché, probabilmente, il titolo non ha beneficiato del buon momento borsistico in cui si trovano le PMI quotate merito il ritorno di interesse generato dal grande successo dei Pir.
Gianluca Garbi, Ceo di Banca Sistema, illustra le priorità strategiche
“Consolidare e rafforzare la leadership conseguita, con particolare attenzione al factoring rivolto ai fornitori della Pubblica Amministrazione (PA) e sostenere lo sviluppo dei nuovi business come il finanziamento dei crediti concessi a fronte della cessione del quinto dello stipendio (CQS) e della pensione (CQP), lavorando nel contempo sui temi dell’efficienza e dell’efficacia”.
Sono queste, come sottolinea Gianluca Garbi, Amministratore Delegato di Banca Sistema, “le priorità a cui ci stiamo dedicando con il preciso obiettivo di migliorare il livello di soddisfazione dei nostri stakeholder e aumentare progressivamente la redditività del gruppo. Caratteristiche grazie alle quali rendere sempre più sostenibile un business i cui potenziali di sviluppo sono decisamente elevati”.
E la misura di questo potenziale, prosegue il Ceo di Banca Sistema, “è correlata alle difficoltà della PA in Italia a rispettare i tempi di pagamento dei propri fornitori”.
Il 2017: “molte novità in uno scenario favorevole”
“La crescita dei volumi registrata in tutte le linee di business nei primi 9 mesi del 2017 è il miglior indicatore per guardare con fiducia al lavoro e ai risultati attesi anche per l’ultima frazione dell’anno”.
Ed è proprio per questo che, ricorda Garbi, “ci attendiamo in particolare un rafforzamento nell’ambito del core business, rappresentato dal factoring, di cui sapremo cogliere le opportunità quale base per una continua crescita, anche nel 2018”.
Il 2017 dovrebbe infatti chiudersi nel rispetto delle previsioni degli analisti, i cui studi indicano un consolidamento del progresso del margine di intermediazione (+5,4% a circa 86 milioni) e dell’utile netto (+7% a circa 28 milioni).
La società ha inoltre indicato un RoAE a fine 2017 intorno al 20%, escludendo €3,7 milioni non ricorrenti dai ricavi del business factoring, performance di rilievo rispetto alle specialty finance a livello europeo.
“La capacità di execution è di vera eccellenza”
Ed i risultati conseguiti nei primi 9 mesi del 2017, ricorda il capo azienda, “sono stati raggiunti grazie alla capacità di execution messa in atto dai collaboratori che mi affiancano alla guida di un gruppo le cui origini sono recenti”.
Banca Sistema è infatti nata nel 2011 con l’obiettivo di garantire liquidità alle imprese fornitrici della Pubblica Amministrazione (PA), principalmente attraverso i servizi di factoring, gestione e recupero del credito.
Un business nel quale, prosegue Garbi, “abbiamo conseguito una posizione di primo piano e di vera leadership in alcuni segmenti. Posizionamento raggiunto in forza di una strategia condivisa e basata su una forte specializzazione; elementi caratterizzanti ed accompagnati dalla grande determinazione con cui tutto il nostro team ha perseguito gli obiettivi del piano industriale”.
Un piano che oggi, prosegue Garbi, “ci vede impegnati a mantenere e rafforzare la leadership nel settore ed in particolare in tutti i servizi nei quali si articola il business del factoring: dalla gestione al recupero del credito con l’obiettivo di conseguire margini crescenti ottimizzando i servizi offerti per garantire liquidità alle imprese fornitrici della PA”.
“La sostenibilità di un business con grandi potenzialità”
In questi primi sei anni della nostra storia, sottolinea il Ceo di Banca Sistema, “ci siamo focalizzati nel rendere sostenibile un’attività altamente specializzata in un business il cui potenziale è elevato e favorito dalla peculiare situazione del nostro Paese, ove è strutturale il ritardo dei pagamenti della PA”.
Scenario particolarmente favorevole per tutte le realtà attive nel comparto ed in particolare per Banca Sistema poiché noi, precisa Garbi, “manteniamo una focalizzazione pressoché assoluta e, in alcune aree, beneficiamo di un’evoluzione normativa favorevole, come testimoniano i recenti aggiornamenti sullo Split Payment”. Scenario grazie al quale “si rafforzano le potenzialità di sviluppo anche nel segmento dei crediti fiscali”.
La copertura del mercato e l’espansione in esso, ricorda il capo azienda, “avviene sia attraverso l’impiego di una rete diretta, sia attraverso la diversificazione dei canali di origination, grazie a numerose partnership con banche commerciali italiane, il cui contributo nei primi 9 mesi del 2017 è pari a circa il 33% del Turnover”.
Ricordiamo al riguardo che oggi, completa il Ceo sul tema, sono 17 gli accordi commerciali in essere con altri istituti (con una rete sul territorio nazionale di circa 1.500 filiali), di cui 3 recentemente sottoscritti.
Più diversificata con bassi livelli di rischio
Tre anni or sono abbiamo avviato la diversificazione ed oggi “possiamo confermare che la crescita ed il consolidamento delle attività passeranno anche attraverso l’accelerazione del percorso intrapreso. Ed una particolare attenzione sarà rivolta al segmento della Cessione del Quinto dello Stipendio e della Pensione (CQS e CQP)”.
In questo caso, puntualizza il Ceo di Banca Sistema, “il focus dell’istituto è il finanziamento di portafogli acquistati da una rete di originator esterna (8 ad oggi) con cui sussistono accordi di collaborazione. La strategia prevede l’interesse a cogliere ulteriori opportunità di crescita nel settore, come testimoniato anche dalla recente acquisizione di una partecipazione di minoranza diretta nel capitale di un originator”.
Ed accanto a tutto ciò “stiamo sviluppando una terza area di interesse strategico, ma sempre nel solco di un’attenta attività di diversificazione nell’ambito dello specialty finance. Stiamo infatti entrando nel business del credito su pegno fornendo un servizio simile a quello dei vecchi Monti di Pietà”.
Ed anche questo, come sottolinea Garbi, “rientra nella precisa strategia finalizzata a consolidare la crescita nel core business del factoring e nei business già avviati, oltre a cogliere eventuali opportunità di ingresso in nuovi mercati o prodotti di nicchia”.
Un portafoglio prodotti sempre più ampio
“Lo sviluppo delle nostre attività, in particolare quelle attinenti al factoring, si avvale delle menzionate partnership commerciali ma anche di specifiche azioni mirate alla ‘conversione’ della clientela”.
Garbi ricorda poi la particolare attenzione “rivolta alle imprese che ancora oggi non fanno uso del factoring quale strumento alternativo ed efficiente per il finanziamento delle proprie attività correnti, la cui liquidità non è necessariamente penalizzata in modo rilevante dai ritardi nei pagamenti della PA, che pure non mostrano significativi indicatori di miglioramento”.
E c’è pure altro in quanto “con l’introduzione dei recenti aggiornamenti nella normativa sullo Split Payment, che amplia la platea dei soggetti interessati e ne comporta una relativa penalizzazione in termini di liquidità, è attesa una crescita nei volumi del factoring nel settore dei crediti fiscali già dalla fine del secondo trimestre del 2018”.
La Banca infatti “vanta una specializzazione nella gestione del credito IVA trimestrale e/o annuale, pro-soluto e pro-solvendo. In tale ambito, anche grazie alla partnership con un originator, noi siamo tra i principali player nel mercato domestico dei crediti fiscali derivanti da procedure concorsuali”.
E la scelta di crescere nel settore del CQS/CQP attraverso la sottoscrizione di accordi con originator si è dimostrata di successo. Per questo motivo, ricorda l’Ad, “proseguirà anche nei prossimi 12 mesi portando la Banca ad un ulteriore rafforzamento di questa linea di business. Tale sviluppo sarà favorito anche dalla partnership sottoscritta con ADV Finance, di cui la Banca ha recentemente acquisito una partecipazione strategica di minoranza”.
Simile ma diversa dalle banche commerciali
Il modello di business di Banca Sistema presenta alcuni elementi di similitudine con l’attività delle banche “ordinarie”, dalle quali però si differenzia per molti aspetti.
Banca Sistema, ricorda il suo Ceo, “è infatti assimilabile ad una banca commerciale dal punto di vista della raccolta”, equamente divisa tra Retail (originata per buona parte online e composta da conti correnti e conti di deposito con una vita residua maggiore di 12 mesi) e Wholesale. Quest’ultima realizzata principalmente nei confronti della clientela istituzionale. L’attività di raccolta attraverso conti di deposito avviene anche in Germania e in Austria attraverso la piattaforma online WeltSparen.
Le differenze principali rispetto a una banca commerciale, si riscontrano invece “sul fronte degli impegni, anche perché le attività da noi esercitate richiedono livelli di specializzazione elevati. Attività nelle quali le banche commerciali, in particolare quelle di dimensioni contenute, sono spesso assenti oppure operano tramite controllate o partecipate specializzate”.
Da rilevare infine che l’impegno, seppure ancora in fase di start-up, nel settore del credito su pegno, prosegue con l’apertura di nuovi sportelli dedicati e diffusi in diverse aree del territorio nazionale. E l’espansione dell’attività passerà anche attraverso l’acquisto di portafogli da altri istituti di credito. Una serie di iniziative i cui effetti emergeranno appieno nel medio termine.
I risultati dei primi nove mesi 2017
Banca Sistema ha chiuso i primi nove mesi dei 2017 con un margine di intermediazione in aumento su base annua del 6,3% a 62,6 milioni. Risultato guidato dalla buona performance del margine di interesse (+6,6% a/a a 54,1 milioni), che ha beneficiato della contabilizzazione di interessi di mora attivi per 21,9 milioni (di cui 3,7 milioni riconducibili a esercizi precedenti).
Positivo anche il contributo dei ricavi generati dalla cessione del quinto dello stipendio e della pensione, passati da 5 milioni a 9,1 milioni.
Si segnala che la banca non ha eseguito la vendita della cartolarizzazione “Quinto Sistema 2016” e non è previsto che ciò avvenga nella restante parte del 2017. Lo stesso vale anche per la cartolarizzazione “Quinto Sistema 2017”. La mancata cessione delle cartolarizzazioni, se da un lato non permette di registrare a conto economico nel 2017 l’anticipazione di ricavi, dall’altro consentirà, restando invariato il consolidamento dei suddetti portafogli, di contabilizzare significativi interessi aggiuntivi nei diversi esercizi e in parte anche nel 2017.
In crescita anche le commissioni nette (+7,2% a/a a 7,4 milioni), grazie al contributo dei maggiori volumi da factoring.
Efficienza e redditività – Le performance del 2017
I costi operativi totali sono aumentati proporzionalmente al margine di intermediazione (+6,9% a/a a 28,9 milioni). Nel dettaglio, le spese per il personale sono salite a 12,8 milioni (+14,5% a/a) per l’aumento del numero dei dipendenti, l’innalzamento delle retribuzioni corrisposte e la sottoscrizione di un nuovo patto di non concorrenza, mentre gli altri costi operativi si sono mantenuti sostanzialmente stabili a 15,6 milioni.
Tali dinamiche portano a un risultato lordo di gestione di 34,3 milioni (+5,8% a/a). Più rilevante il progresso del risultato netto di gestione (+13,5% a/a a 31,2 milioni), a seguito della significativa riduzione delle rettifiche su crediti (-37,6% a/a a 3,1 milioni).
Il periodo si chiude con un utile netto di 21,8 milioni, sostanzialmente in linea con il periodo di confronto, dopo avere spesato imposte in crescita del 10,8% annuo a 9,3 milioni.
Dal lato della solidità patrimoniale, il Cet1 si attesta al 12,4%, in calo rispetto al dato di fine 2016 pari al 13,3 per cento.
Le proiezioni per i prossimi 3 anni
“I primi nove mesi del 2017 si sono conclusi confermando un trend di crescita nei volumi del factoring e cessione del quinto”.
Più in particolare, aggiungono a Banca Sistema, “nel factoring, gli accordi commerciali contribuiscono al consolidamento del processo di crescita e diversificazione dei prodotti offerti e della clientela, così come anche l’acquisizione di Beta sta portando a livello di Gruppo maggiori capacità nella gestione della Collection/Servicing dei crediti in azione legale”.
L’obiettivo del corrente esercizio, aggiungono, “resta quello di consolidare la crescita nel core business del factoring e di cogliere le ulteriori opportunità di crescita nella cessione del quinto”.
L’evoluzione della redditività al 2019
Il margine di intermediazione dovrebbe migliorare di oltre il 5% nell’esercizio in corso ed avvicinarsi a fine 2017 a 86 milioni.
Nello specifico, la crescita sarà trainata dal margine di interesse, che alla fine dell’anno supererà i 75 milioni (+7% a/a), grazie al contributo sia degli interessi di mora sia della cessione del quinto.
La dinamica di crescita si amplifica a livello di utile ante imposte, che dovrebbe crescere di circa l’8% a oltre 40 milioni, beneficiando della significativa riduzione delle rettifiche su crediti. Più contenuta ma sostanzialmente in linea al margine di intermediazione sarà la crescita dell’utile netto (+7% a/a a circa 28 milioni), scontando un maggiore carico fiscale.
Il trend di crescita si consoliderà nei due anni successivi, con il margine di intermediazione e l’utile netto che nel 2018 dovrebbero salire, stando alle proiezioni di consensus, rispettivamente a 91,7 milioni e a 30,4 milioni, per poi portarsi a 98 milioni e a 33 milioni nel 2019, anno in cui il cost/income scenderà in maniera più forte stando alle proiezioni di consensus, dopo essersi mantenuto stabile nei due anni precedenti.
Analisti – Prevalente l’indicazione d’acquisto
Intermonte ha confermato, nel mese di ottobre, la raccomandazione ‘outperform’ con prezzo obiettivo di 3,4 euro grazie “alla robustezza dei numeri riportati. Durante il 2017 la banca ha dimostrato la capacità di crescita nella top line, mantenendo allo stesso tempo sotto controllo i costi. Siamo fiduciosi sulla capacità del management di fornire obiettivi chiari in termini di profittabilità. Inoltre, la generazione di capitale ha raggiunto un buon livello. Continuiamo a vedere un buon potenziale di upside nel titolo”.
Jefferies ha mantenuto, lo scorso ottobre, il giudizio ‘buy’ con target price di 3,77 euro, ritenendo che “nello scenario base la banca sarà in grado di mantenere una crescita stabile nel core business, lasciando comunque aperto uno scenario più favorevole in relazione all’espansione del mercato del factoring verso la Pubblica Amministrazione”.
Banca Akros ha abbassato, ad ottobre, il rating da ‘buy’ ad ‘accumulate’ con target price ridotto da 3,20 euro a 2,80 euro per “la presenza di un ricavo non ricorrente di 3,7 milioni che ha contribuito all’andamento positivo dei 9 mesi, senza avere la certezza che ciò possa ancora accadere in futuro. Perciò tagliamo le nostre stime dell’utile per azione da 0,37 euro a 0,36 euro per il 2017, da 0,39 euro a 0,35 euro per il 2018 e da 0,43 euro a 0,37 euro per il 2019”.
Edison Investment Research, il 13 novembre, ha attribuito un target price di 2,80 euro ma senza rating, sottolineando “la prosecuzione della forte crescita negli impieghi verso la clientela e che gli spazi per incrementare le quote di mercato nel business del factoring verso la Pubblica Amministrazione in Italia restano buone”.
Borsa – Performance dell’ultimo anno
Il titolo Banca Sistema, nelle ultime 52 settimane, ha guadagnato l’11,7% (dopo avere chiuso l’ultima settimana con un moderato calo dello 0,5%) ma ha cumulato una sotto-performance del 33% rispetto al Ftse Italia Star e del 29% rispetto al Ftse Italia Banche. Il tutto anche perché penalizzata da fattori non ricorrenti e connessi alla volatilità dei mercati finanziari.
Cause sotto-performance in Borsa: liquidità contenuta pur in presenza di un RoAE del 20% e un pay-out del 25% che si traduce in uno yield di oltre il 4 per cento.
Il titolo è penalizzato anche perché gli investitori internazionali assimilano Banca Sistema a una banca tradizionale, senza comprenderne a pieno la specifica operatività.
Alcuni Hedge Fund che hanno sottoscritto azioni in Ipo hanno poi successivamente venduto a causa delle crisi che ha interessato determinati segmenti di mercato in cui erano prevalentemente esposti.