Impiantistica – Settimana complicata, l’indice chiude a -11,1%

Settimana caratterizzata da elevata volatilità per molti titoli del settore dell’impiantistica che termina con un curioso -11,1%, nulla a che spartire con un Ftse che, sebbene colpito da un certo nervosismo, arresta la discesa sotto i due punti percentuali e l’Eurostoxx Prodotti e servizi industriali che arretra di un modesto 0,8%.

Per effetto della maggior capitalizzazione in termini relativi, sul banco degli imputati per la performance di settore sale Leonardo Finmeccanica. Il colosso della difesa perde quasi un terzo del proprio valore in cinque giorni a seguito della revisione della guidance di fine anno da addebitare principalmente alla divisione elicotteristica. Le buone notizie circa nuovi ordini o operazioni di liability management (riacquisto titoli obbligazionari in dollari) non bastano ad invertire il corso del titolo penalizzato da forti realizzi.

L’1,5% settimanale di Prysmian, l’altro titolo di settore a maggior capitalizzazione, e l’ottimo rialzo di Fincantieri (+7,5%) tamponano in maniera efficace quella che si sarebbe viceversa rivelata un’autentica débâcle del comparto. Con l’eccezione di Ansaldo (-0,8%) e Danieli (che limita il regresso al 2%), Salini, Astaldi e Trevi assestano viceversa un colpo fatale al settore.

La peggiore, Astaldi, chiude il calvario settimanale con un meno 9,5% nell’ultimo giorno di trattazione che, sommato alla volatilità dei giorni precedenti, fissa a -27% il conto da una settimana con l’altra. Svelati i conti trimestrali, il gruppo romano si trova a dover fronteggiare gli effetti dell’inasprirsi della crisi del debito del Venezuela che costringe l’azienda a forti svalutazioni prudenziali straordinarie sull’esposizione verso il paese e a dover metter in cantiere un corposo aumento di capitale.

Per certi versi simile quanto passa su Salini Impregilo (-12,2%), anch’essa con un importante portafoglio di ordini nel paese governato da Maduro che, probabilmente, ha sollevato qualche dubbio sul mercato, vista l’assenza di notizie societarie specifiche tali da giustificare l’ampio ribasso settimanale.

Ultimo capitolo:Trevi. Il gruppo romagnolo, da tempo alle prese con una complessa crisi finanziaria, perde  il trenta per cento dopo aver rinviato il cda per l’approvazione dei conti trimestrali e dichiarato il proseguimento delle trattative per un accordo di stand-still con il ceto creditorio.