Banca Mediolanum, nei primi nove mesi del 2017, ha consuntivato un margine di intermediazione pari a 816,5 milioni (+4,2% a/a), al cui interno le commissioni nette sono cresciute del 4,4% a/a 557,5 milioni, mentre i profitti da trading sono passati da 10,1 milioni a 57,6 milioni. Il periodo si chiude con un utile netto di 279,1 milioni (-8,5% a/a).
Nel periodo gennaio-settembre 2017, il margine di intermediazione di Banca Mediolanum ha toccato a 816,5 milioni (+4,2% a/a), al cui interno le commissioni nette sono cresciute del 4,4% a/a a 557,5 milioni. Nel dettaglio, le commissioni di gestione balzano del 15,5% a/a a 722 milioni, sostenute dalla crescita delle messe gestite e amministrate che hanno raggiunto 73,6 miliardi. In contrazione, invece, le commissioni di performance (-20,2% a/a), la cui dinamica è fortemente correlata all’andamento dei mercati finanziari.
Considerevole anche l’apporto dei profitti da trading a 57,6 milioni (10,1 milioni nel periodo di confronto), comprensivi di 42 milioni della plusvalenza relativa alla cessione di Banca Esperia.
Si riduce, invece, il margine di interesse (-24,1% a/a a 137,6 milioni), a causa soprattutto della minore redditività marginale del portafoglio titoli, correlata anche al restringimento della forbice dei tassi.
I costi operativi sono saliti a 451,2 milioni (+14,5% a/a), con un differenziale legato principalmente alla svalutazione del fondo Atlante per circa 23 milioni e per 11,4 milioni a oneri di sistema.
Ne è derivato un risultato lordo di gestione di 365,3 milioni (-6,3% a/a), mentre dopo rettifiche su crediti aumentate a 10,5 milioni (+15% a/a) il risultato netto di gestione si è fissato a 354,7 milioni (-6,8% a/a).
Il periodo si chiude con un utile netto di 279,1 milioni (-8,5% a/a), dopo avere spesato oneri straordinari per 37,5 milioni e imposte per 38,1 milioni.
Sul fronte della solidità patrimoniale, il Cet1 si attesta al 21,8%, tra i livelli più alti del sistema bancario italiano.
Gli impieghi salgono a 42,5 miliardi (+6,1% rispetto a fine 2016), sostenuti soprattutto dall’incremento delle attività finanziarie totali a 33,3 miliardi (+8,6% rispetto al 31 dicembre 2016). In aumento anche la raccolta a 26,3 miliardi (+10,1%). Nello specifico, la raccolta diretta da clientela tocca 20,2 miliardi (+9,2%).