Popolare di Sondrio archivia i primi 9 mesi 2017 con un utile in rialzo a 112,3 milioni (+6,8% a/a), risultato che deriva principalmente dalle minori rettifiche su crediti scese a 129,1 milioni (173,4 milioni nel 2016). Pressoché invariato il cost/income ratio, salito al 53,2% (52,2% nel periodo di confronto) e aumentano sia le commissioni nette sia i ricavi derivanti dall’area finanziaria.
Nei primi 9 mesi del 2017m la banca ha conseguito un margine di intermediazione pari a 664,6 milioni, in rialzo dell’1,2% rispetto ai primi 9 mesi del 2016. Nello specifico, l’aumento di tale margine è legato all’incremento delle commissioni nette, salite a 221,6 milioni (+3,7% a/a), e a quello degli altri ricavi, (aumentati di una volta e mezzo rispetto il pari periodo). In ribasso, al contrario, il contributo dei profitti da trading e del margine di interesse, influenzato dalla prosecuzione, da parte della Bce, della politica monetaria espansiva a sostegno dell’economia.
Si conferma la crescita del risparmio gestito con masse che superano complessivamente 5,2 miliardi.
Aumentano del 3,6% rispetto all’anno precedente i costi operativi, portandosi a 354 milioni. Nel dettaglio, quelli che hanno registrato il maggior incremento sono i costi relativi al personale (+5,2% a7a a quota 184 milioni). A conti fatti, dunque, per l’anno in corso il cost/income ratio si attesta al 53,2% dal precedente 52,20 per cento. Si sottolinea, inoltre, come, di questi 354 milioni, circa 16,23 milioni siano rappresentati da oneri riconducibili al Fondo di Risoluzione e Garanzia e al Fondo Interbancario per la Tutela dei Depositi (Fitd).
Il risultato lordo di gestione è stato pari a 310,7 milioni, in lieve ribasso (-1,4% a/a) rispetto al 2016.
Le rettifiche su crediti diminuiscono del 25,5% a/a circa, passando da 173,4 milioni a 129,1 milioni. Tale riduzione è stata possibile anche grazie a un generale miglioramento delle condizioni del ciclo economico e ai maggiori sforzi profusi dalla banca per la gestione e il monitoraggio dei crediti stessi.
Grazie a tale miglioramento il risultato di gestione si attesta 181,6 milioni, in aumento del 28,1% a/a.
Dopo poste straordinarie negative per 12,8 milioni, influenzate da una svalutazione di partecipazioni finanziarie disponibili per la vendita per 31 milioni e da un utile su partecipazioni per circa 14,8 milioni, l’utile netto di pertinenza del gruppo si fissa a 112,3 milioni, circa il 6,8% in più rispetto al pari periodo del 2016.
Di seguito riportiamo il conto economico dei primi nove mesi della banca.
Dal lato patrimoniale, il Cet1 si rafforza all’11,59%, rispettando così ampiamente le soglie previste dalla normativa regolamentare.
Gli impieghi crescono, nel complesso, del 9,6% circa rispetto a fine dicembre 2016, portandosi a un controvalore pari a 38,3 miliardi. La componente degli impieghi che è aumentata maggiormente risulta essere quella delle attività finanziarie (+48,6% rispetto a fine 2016), mentre si registra una stabile erogazione dei prestiti a famiglie e imprese per un controvalore complessivo di circa 25,4 miliardi (dai precedenti 25,3 miliardi). Sul totale dei crediti alla clientela, circa 2,2 miliardi (8,7%) sono classificabili come crediti deteriorati con una copertura al 48,9 per cento. Di questi, circa 767 milioni sono classificate come sofferenze nette, coperte per il 65,3 per cento.
Considerando la raccolta, a fine settembre 2017 si rileva un ritmo di crescita pari a quello degli impieghi. Aumenta, in particolare, l’esposizione verso gli altri istituti di credito tramite il mercato interbancario mentre si riduce la raccolta tramite emissione di strumenti finanziari del 38,1% circa.
Nella tabella seguente riportiamo lo stato patrimoniale dell’istituto.