Fineco, nel periodo gennaio-settembre 2017, ha riportato un’ottima performance delle commissioni nette (+12,6% a/a a 199,4 milioni). Positivo anche l’andamento del margine di interesse (+4,6% a/a a 194,6 milioni). In contrazione, invece, i profitti da trading (-35,7% a/a a 37,1 milioni). Dinamiche che hanno determinato un margine di intermediazione di 430,9 milioni (+2,4% a/a). Il periodo si chiude con un utile netto di 151 milioni, in diminuzione del 7% rispetto al pari periodo 2016, che però aveva beneficiato di plusvalenze per 20 milioni legate alla vendita di titoli di Stato (5 milioni) e alla cessione della quota in Visa Europe Limited (15 milioni).
Nei primi nove mesi del 2017, le commissioni nette di Fineco hanno toccato 199,4 milioni (+12,6% a/a). L’aumento è stato sostenuto principalmente dal progresso delle commissioni di gestione (+14,5% a/a) e di consulenza in materia di investimenti (+14,2% a/a), grazie al continuo incremento della raccolta gestita, e all’incidenza dei “Guided products & services” sul totale degli asset under management.
In crescita il margine di interesse a 194,6 milioni (+4,6% a/a), in relazione allo sviluppo dei volumi del lending e alla riduzione del costo della raccolta, che hanno più che compensato i minori interessi attivi collegati alla discesa dei tassi di mercato.
Il risultato dell’attività di negoziazione, coperture e fair value, invece, è diminuito a 37,1 milioni (-35,7% a/a), per il venire meno della plusvalenza da 20 milioni, di cui 5 milioni legata alla cessione di titoli di Stato e 15,3 milioni alla vendita della partecipazione in Visa Europe Limited.
Il margine di intermediazione, pertanto, ha segnato un lieve incremento del 2,4% a/a a 430,9 milioni.
Il leggero aumento dei costi operativi (+2,8% a/a a 187,1 milioni), proporzionale alla crescita del margine di intermediazioni, è connesso all’ampliamento dell’attività, con riflessi sia sul costo del personale (+2,9% a/a a 58,7 milioni) sia sugli altri costi operativi (+2,7% a 128,4 milioni).
Le dinamiche sopra esposte hanno determinano un risultato netto di gestione di 240,7 milioni (+2,4% a/a).
L’utile netto si fissa a 151 milioni, in diminuzione del 7% rispetto al pari periodo dell’anno precedente, scontando il venire meno delle già citate plusvalenze del 2016 e il sostenimento di oneri di sistema non ricorrenti per circa 9 milioni.
Sul fronte patrimoniale, gli impieghi sono saliti a 21,4 miliardi (+4,5% rispetto a fine 2016). In crescita anche la raccolta a 20,7 miliardi (+4% rispetto al 31 dicembre 2016).
Dal lato degli indici di solidità patrimoniale, si segnala che il Cet1 transitional è pari al 20,74% (22,94% a fine 2016).