Nei primi nove mesi del 2017, Ubi ha portato a termine importanti iniziative strategiche quali il progetto ‘Banca Unica’ e l’acquisizione delle Good Bank, la cui integrazione procede spedita. Ciò consentirà all’istituto lombardo di beneficiare di importanti sinergie, i cui primi effetti si incominciano a intravvedere. Il risultato finale è positivo per 112,6 milioni, a fronte di 754,7 milioni di perdita del pari periodo 2016, che però recepiva maggiori rettifiche su crediti per la decisione dell’istituto di innalzare i livelli di copertura dei crediti deteriorati. Considerando invece le Good Bank, l’utile netto sale a 702,4 milioni, con l’inclusione di una posta straordinaria positiva di 613 milioni legata al badwill creatosi dell’acquisizione delle tre banche. Nel periodo, il margine di intermediazione è restato stabile a 2,4 miliardi, sostenuto dalle commissioni nette (+6,8% a7a a 1,1 miliardi) che hanno compensato il calo del margine di interesse (-9,1% a/a a 1 miliardo).
Ubi, nel periodo gennaio-settembre 2017, ha completato importanti iniziative volte a recuperare efficienza con il progetto ‘Banca Unica’ e l’acquisto delle Good Bank (Banca Marche, Banca Etruria e Carichieti). Quest’ultima operazione consentirà alla banca lombarda di conseguire importanti sinergie di ricavo e un ulteriore risparmio dei costi, i cui primi effetti si sono già cominciati a manifestare.
Nell’ambito dell’acquisto delle tre banche e al fine di mantenere un Cet1 superiore all’11%, la banca lombarda ha portato a termine con successo un aumento di capitale da 400 milioni.
Ma passando ai conti, che verranno confrontati su base stand alone (cioè senza il contributo delle Good Bank), il margine d’intermediazione si è attestato a 2,4 miliardi, sostanzialmente in linea al pari periodo 2016. Includendo le Good Bank, il dato sale a 2,6 miliardi.
Nel dettaglio, le commissioni nette hanno raggiunto gli 1,1 miliardi, in crescita del 6,8% a/a grazie al maggiore contributo dei servizi di gestione, intermediazione e consulenza (+8,3% a/a a 601 milioni), trainati dall’importante incremento del risparmio gestito e assicurativo. Buono anche l’apporto delle commissioni derivanti dall’attività bancaria tradizionale (+4,9% a/a a 455 milioni). Considerando le tre banche neo acquisite, la componente commissionale risulta pari a 1,2 miliardi.
Il margine d’interesse è diminuito, invece, a 1 miliardo (-9,1% a/a), per il minore contributo della componente legata all’intermediazione con la clientela (-58 milioni), nonché del minore apporto del portafoglio titoli di proprietà (-40 milioni). Con l’integrazione delle Good Bank, il margine di interesse è pari a 1,2 miliardi.
I profitti da trading sono passati da 106,3 milioni a 177,6 milioni, in particolare per la vendita di titoli di Stato, che ha generato un guadagno di circa 100 milioni.
Gli oneri operativi, invece, si sono lievemente scesi a 1,5 miliardi (-1,8% a/a). Nello specifico, le spese per il personale sono leggermente diminuite (-1,2% a/a a 942,7 milioni), mentre le altre spese amministrative, inclusive di contributi di sistema per 32 milioni, si sono ridotte del 2,8% a 573,9 milioni. Considerando le tre banche neo acquisite, le spese per il personale aumentano a 1,1 miliardi, mentre le altre spese amministrative salgono a 687 milioni.
Le rettifiche nette su crediti hanno assorbito 453,9 milioni, diminuendo del 67% rispetto ai primi nove mesi del 2016, che però incorporava la scelta aziendale di innalzare i livelli di copertura degli npl.
Gli oneri straordinari si attestano a 140,3 milioni (+77,3% a/a), riferiti alla svalutazione della quota del fondo Atlante per 89 milioni e all’onere sostenuto per l’intervento del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi a favore di CR Cesena, Rimini e S. Miniato per 32,4 milioni.
I conti recepiscono poi oneri relativi al progetto ‘Banca Unica’ per 6,5 milioni e per oltre 21 milioni connessi all’acquisizione delle Good Bank, mentre nel 2016 erano stati spesati oneri per 208 milioni legati e esodi anticipati del personale.
Il periodo chiude con un utile netto di 112,6 milioni a fronte della perdita di 754,7 milioni del pari periodo 2016, che includeva gli effetti della decisione della banca di innalzare i livelli di copertura dei crediti deteriorati. Includendo le Good Bank, l’utile netto sale a 702,4 milioni, beneficiando di una posta straordinaria positiva per 613 milioni connessa al badwill generatosi dall’acquisizione dei tre istituti.
Sul fronte patrimoniale, gli impieghi verso clientela al 30 settembre raggiungono 94 miliardi con le Good Bank. In particolare, i crediti in bonis verso la clientela si attestano a 85,5 miliardi. Lo stock di crediti deteriorati lordi è pari a 14 miliardi. La copertura sui crediti deteriorati è pari al 48,6 per cento. Più in particolare, quella sulle sofferenze si fissa al 58,8 per cento. I crediti deteriorati netti ammontano a 8,4 miliardi, di cui 4,1 miliardi di sofferenze.
La raccolta totale si fissa a 114 miliardi. La raccolta da clientela raggiunge 70,3 miliardi.
Il patrimonio netto consolidato ammonta a 9,9 miliardi e beneficia sia dell’aumento di capitale da 400 milioni sia della contabilizzazione del badwill.
Sul fronte della solidità patrimoniale, il Cet1 fully loaded è pari all’11,54% mentre quello phased in è pari all’11,65 per cento.