Perdita netta consolidata di 402,6 milioni nei primi nove mesi del 2017 per Creval. Un risultato appesantito da 242,7 milioni di minusvalenze legate alla cessione di 1,4 miliardi di npl (Progetto Elrond) che la banca ha deciso di contabilizzare tra i profitti di trading. In seguito a questa decisione, il margine in intermediazione si è contratto a 296,3 milioni (-47% a/a), penalizzato anche dal calo del margine di interesse (-6,7% a/a a 294,6 milioni), solo in parte compensato dalla crescita delle commissioni nette (+4% a/a a 213,2 milioni).
Il margine di intermediazione di Creval, nel periodo gennaio-settembre 2017, ha riportato una riduzione del 47% a/a a 296,3 milioni, scontando soprattutto la decisione della banca di includere tra i profitti da trading le minusvalenze generatesi in seguito alla cessione del pacchetto da 1,4 miliardi di npl finalizzato nel periodo e pari a 242,7 milioni.
In diminuzione anche il margine di interesse a 294,6 milioni (-6,7% a/a), risentendo della contrazione dei volumi e della compressione degli spread. Andamento opposto, invece, per le commissioni nette (+4% a/a a 213,2 milioni), sostenute dalla buona performance quelle di gestione, intermediazione e consulenza (+16,9% a/a). Bene anche le commissioni relative alla gestione dei conti correnti (+4,9% a/a), mentre continua la flessione di quelle relative all’area crediti.
I costi operativi sono leggermente diminuiti dell’1,3% a/a a 379,1 milioni. Nel dettaglio, il calo delle spese per il personale (-7,5% a/a a 202,4 milioni), a seguito dei risparmi correlati alla prima tranche delle uscite volontarie attraverso il Fondo di Solidarietà, è stato quasi del tutto assorbito dalla crescita delle altre spese amministrative (+7% a/a a 176,1 milioni), inclusive di 14,6 milioni di oneri di sistema.
Il risultato lordo di gestione, pertanto, è passato da un risultato positivo di 175 milioni a un deficit di 82,7 milioni.
Dopo rettifiche su crediti, rimaste sostanzialmente stabili a 386,1 milioni (da cui sono state scorporate le già citate minusvalenze), comprensive di 31 milioni per la svalutazione del fondo Atlante, il risultato netto di gestione ha ampliato il rosso a 468,8 milioni (-213,7 milioni nei primi nove mesi del 2016).
A contenere l’impatto delle rettifiche ha contribuito l’iscrizione di proventi straordinari netti per 68,2 milioni (25,4 milioni nel periodo confronto) che recepiscono una plusvalenza netta di 69 milioni generata dalla cessione, perfezionata a giugno, di un portafoglio di immobili a Beni Stabili.
Il periodo si chiude con una perdita netta di 402,6 milioni, che si confronta con il deficit di 136 milioni nel periodo gennaio-settembre 2016.
In termini patrimoniali, il Cet1 si contrae al 9,4% rispetto all’11,8% a fine 2016.
Gli impieghi sono lievemente diminuiti a 23,4 miliardi (-1,5% rispetto al 31 dicembre 2016). I crediti deteriorati netti, al cui interno le sofferenze si attestano a 0,6 miliardi con una copertura pari al 61,5%, si riducono a 2,2 miliardi (3,2 miliardi a fine 2016).
La raccolta rimane sostanzialmente stabile a 22,9 miliardi, ma flette del 5,7% la componente da clientela rispetto a fine 2016.