Intorno a mezzogiorno le Borse del Vecchio Continente scambiano perlopiù in rialzo, ad eccezione di Londra con il Ftse 100 a -0,2 per cento. Il Ftse Mib di Milano avanza dello 0,7% trainato principalmente dalle banche e da Mediaset. Ben intonati anche l’Ibex 35 di Madrid (+0,8%) e il Cac 40 di Parigi (+0,5%) mentre resta più arretrato il Dax di Francoforte (+0,2%).
Dall’agenda macroeconomica sono giunte ancora indicazioni positive, dopo quelle di ieri sull’attività manifatturiera e terziaria. L’indice Ifo di novembre ha infatti evidenziato un miglioramento inatteso della fiducia e delle aspettative degli investitori istituzionali tedeschi, mentre il sottoindice relativo alla situazione attuale ha lievemente sottoperformato le stime.
Dati che nel complesso sostengono ancora l’euro, giunto in area 1,186 dollari in attesa di sviluppi sulla situazione politica in Germania. Il biglietto verde recupera parzialmente terreno sullo yen, riportandosi a quota 111,4.
Tra le materie prime avanzano le quotazioni del petrolio Wti (+1% a 58,5 dollari al barile) dopo la chiusura dell’oleodotto Keystone, mentre il Brent scambia sostanzialmente invariato a 63,6 dollari.
Sull’obbligazionario, infine, il rendimento del decennale italiano risale all’1,78%, separato da un differenziale con l’omologo tedesco in area 142 punti base.
A Piazza Affari avanzano i titoli degli istituti di credito, che festeggiano la proposta allo studio del Parlamento europeo per alleggerire gli impatti sul Cet1 delle vendite in blocco degli Npl.
Fra migliori del Ftse Mib spiccano BPER (+6%), BANCO BPM (+5,8%) e UBI (+4,1%). Acquisti anche su UNICREDIT (+1,7%) e INTESA (+1,1%).
In evidenza MEDIASET (+5,4%) grazie all’apertura verso una soluzione amichevole della vertenza con Vivendi che potrebbe tradursi, stando a quanto riportano voci di stampa, in un accordo a lungo termine per la fornitura di contenuti alla joint-venture costituita da Canal Plus e Tim. L’accordo prevedrebbe cospicui minimi garantiti per il Biscione portando il controvalore della transazione commerciale a 600 milioni spalmati su 6 anni.
Resta ben intonata TELECOM ITALIA (+1,9%) dopo i guadagni di ieri in scia alle ipotesi che il tema dello scorporo della rete venga portato in Cda il 5 dicembre.