Impiantistica – La settimana chiude al rialzo (+1,2%)

La settimana risulta pesantemente condizionata dal calendario ridotto di Wall Street ferma giovedì per la festa del Ringraziamento e a scartamento ridotto per il Black Friday. Senza l’intonazione del motore finanziario USA, il listino milanese, al pari di tutti quelli del Vecchio Continente e non solo, traccheggia all’insù ma senza convinzione.

La chiusura settimanale del settore dell’impiantistica (+1,2%) è così acquisita nella sostanza nei primi tre giorni di calendario, in maniera quasi speculare a quanto registrato dal listino maggiore (+1,5%) e decisamente migliore dell’Eurostoxx Prodotti e Servizi Industriali (+0,6%), senza poter comunque fornire spiegazioni plausibili a questo andamento divergente.

Tra i titoli maggiori, Leonardo (+2,4%) prova faticosamente a tirarsi fuori dalle secche dei realizzi della settimana precedente, tentativo che riesce solo parzialmente vista la perdita di sprint dopo la fiammata iniziale. Non sono state sufficienti le rassicurazioni dell’ad di Fincantieri sulla definizione di indennizzo nell’ipotesi in cui i clienti della JV con Naval Group dovessero optare per forniture della rivale francese Thales per fare dimenticare agli investitori la revisione al ribasso della guidance 2017, alla base del movimento ribassista del titolo.

A proposito di Fincantieri, il gruppo di Monfalcone archivi a una settimana di rialzi con un +2,6%, “contenuto” rispetto a quanto ci era abituati ad assistere di recente.

Tornando all’altra società maggiore del settore, Prysmian, l’azione chiude in ribasso di un punto con gli investitori in posizione attendista, ansiosi di conoscere se il deal su General Cable resti una voce di corridoio, di cui si parla da troppo tempo, o si tramuti in qualcosa di concreto.

Nella fascia delle Mid, già detto di Fincantieri, si sottolinea ancora una volta l’ottimo risveglio di Astaldi ormai da giorni al centro di ogni rapporto giornaliero. Prematuro cercare di meglio capire l’impatto effettivo della crisi del debito di Caracas, l’azione recupera ampiamente (+16,6%) dai minimi assoluti anche sulla spinta dei nuovi ordini che confermano nei fatti la scelta strategica di de-risking operata dal management.

Molto poco da dire sui restanti titoli, Ansaldo, Danieli Salini e Trevi, in ordine alfabetico: le prime due terminano la settimana con rialzi compresi tra il 2,8 e il 2,9%, le seconde con ribassi tra il 2 e il 3,5%. Da sottolineare, solo la seconda coppia, i dubbi sull’esposizione verso il paese del centro America per Salini e quelli sulla definizione dell’accordo di stand-still con i creditori per Trevi.