Chiusura negativa per i listini del Vecchio Continente, sulla scia della prestazione lievemente negativa di Wall Street, con i tre indici principali che si muovono tra lo -0,1 e -0,3% dopo un’apertura poco sopra la parità.
A Piazza Affari il Ftse Mib termina in deciso ribasso (-1,1%) a 22.176,7 punti, dopo un’ottava nel complesso positiva per il principale listino milanese. In territorio negativo anche il Dax di Francoforte (-0,5%), il Cac 40 di Parigi (-0,6%) e il Ftse 100 di Londra (-0,3%). In controtendenza l’Ibex 35 di Madrid (+0,1%).
Tra le materie prime ritracciano le quotazioni del petrolio Wti (57,9 dollari al barile) e il Brent (63,3 dollari al barile) influenzate anche dai dati diffusi dalla società petrolifera Baker Hughes sul numero di pozzi petroliferi attivi.
Vendite diffuse sull’obbligazionario, dove il rendimento del decennale italiano scende all’1,77%, separato da un differenziale con l’omologo tedesco in discesa a 143 punti base.
Sul fronte valute, l’euro perde terreno sul dollaro con un cambio EUR/USD che si attesta a 1,1917. L’euro si deprezza anche nei confronti della sterlina (EUR/GBP a 89,35) e dello yen (EUR/JPY a 132,19)
A Piazza Affari emergono, seppur in rialzo frazionale, Terna (+0,7%) e Ferragamo (+0,7%), mentre affondano Bper Banca (-3,3%) e Banco Bpm (-2,8%).
Vendite anche su Eni (-1%), nonostante la notizia della revoca del sequestro preventivo dei misuratori di prodotti petroliferi situati presso le raffinerie della società in Italia e il rafforzamento della posizione nel mercato angolano dopo la firma di un accordo tra Claudio Descalzi, Ad della società di San Donato Milanese, e Carlos Saturnino, Presidente del Consiglio di Amministrazione di Sanogol.