Borsa Italiana ha dato il via libera alla quotazione Aquafil sul segmento Star dell’Mta, a seguito del perfezionamento della fusione per incorporazione di Aquafil in Space3, quest’ultima nata dallo scorporo della precedente Space 2 e che vede tra i principali azionisti Sergio Erede e Gianni Mion.
L’efficacia di suddetta fusione sarà subordinata al rilascio da parte di Consob dell’autorizzazione alla pubblicazione del Prospetto Informativo e l’inizio delle negoziazioni delle azioni Aquafil post fusione dovrebbe avvenire lunedì 4 dicembre.
In una nota ufficiale si legge che il capitale sociale della società risultante dalla fusione è ripartito tra Aquafin Holding (58,56%, 68,87% dei diritti di voto), Th Iv Sa (5,81%, 4,38% dei diritti di voto), Quaestio (1,08%, 0,82% dei diritti di voto) e il management (1,97%, 1,49% dei diritti di voto). Il flottante sarà del 32,57% del capitale sociale, pari al 24,44% dei diritti di voto.
Si segnala che Aquafil è pioniere nella circular economy, grazie anche al sistema di rigenerazione Econyl, percorso innovativo e sostenibile in grado di creare nuovi prodotti dai rifiuti, dando vita ad un ciclo infinito. I rifiuti di nylon vengono raccolti in varie località sparse in tutto il mondo, e comprendono scarti industriali ma anche prodotti (quali reti da pesca e tappeti). Tali rifiuti vengono trattati in modo da ottenere una materia prima (caprolattame) con le stesse caratteristiche chimiche e prestazionali di quella proveniente da fonti fossili.
Si segnala che nel 2016 il gruppo Aquafil ha realizzato un fatturato di 482 milioni, un Ebitda di circa 65 milioni e un utile netto di 20 milioni. L’indebitamento finanziario netto a fine dicembre 2016 era di 118 milioni.
Dopo Levi’s, Speedo, Arena e Outerknown di Kelly Slater, lo scorso anno anche Gucci ha optato per l’utilizzo del filo ecofriendly di casa Aquaufil, confermando l’impegno in pratiche di sostenibilità ambientale del gruppo Kering. Circa il 30% dei ricavi del gruppo derivano da fili prodotti con caprolattame Econyl, mentre nel 2016 circa il 20% del giro d’affari è stato generato nel settore moda.