Chiusura in prossimità dei minimi intraday per i listini del Vecchio Continente, penalizzati nel finale anche dall’andamento di Wall Street. In particolare, i realizzi sui tecnologici pesano sul Nasdaq, in calo di oltre un punto percentuale, mentre lo S&P 500 resta invariato e il Dow Jones segna un modesto +0,3 per cento.
A Piazza Affari il Ftse Mib archivia le contrattazioni in frazionale (+0,2%) a 22.326 punti, tenuto a galla soprattutto da banche e finanziari, ben intonati a livello internazionale anche in scia all’intenzione di Jerome Powell, prossimo numero uno della Fed, di non aumentare la regolamentazione. Terminano intorno alla parità anche il Dax di Francoforte (invariato) e il Cac 40 di Parigi (+0,1%) mentre l’Ibex 35 di Madrid avanza a +1,2 per cento. Sottotono Londra, con il Ftse 100 in calo dello 0,9% penalizzato dal rafforzamento della sterlina.
La valuta britannica è risalita oltre 1,343 dollari e scambia a 0,883 sterline per euro, dopo le indiscrezioni secondo cui sarebbe stato raggiunto un accordo di massima tra Londra e l’UE sul “costo della Brexit”. L’euro viaggia a 1,186 dollari mentre il dollaro/yen si attesta a 111,8.
Sul fronte macro la seconda stima del Pil statunitense del terzo trimestre ha evidenziato un crescita del 3,3%, rispetto al +3,2% atteso dal consensus e al +3% della prima lettura preliminare. In Germania invece l’indice preliminare dei prezzi al consumo di novembre ha fatto segnare una variazione positiva dello 0,3% su base mensile e dell’1,8% su base annua.
Tra le materie prime le quotazioni del petrolio tornano a cedere un punto percentuale dopo i dati settimanali Eia sulle scorte americane, con con Wti e Brent rispettivamente a 57,4 e 62,7 dollari al barile, in vista della riunione Opec di domani.
Vendite diffuse sull’obbligazionario, dove l rendimento del Btp rimane invariato a 1,79%, con un differenziale dal Bund tedesco in calo a 140 punti base.
Ritornando a Piazza Affari, si distinguono gli istituti di credito, grazie anche alla fiducia mostrata dall’Abi sul tema degli Npl. Acquisti su BPER (+4,3%), INTESA (+1,6%), MEDIOBANCA (+0,9%) e BANCO BPM (+0,9%) sulla scia delle positive notizie sulle comunicazioni Srep per Bper e per Credem.
Tra i finanziari corrono anche FINECO (+2,1%) e BANCA GENERALI (+2,4%), mentre in fondo al Ftse Mib sprofonda STM (-6,8%), su cui scattano le prese di beneficio in scia all’intonazione negativa del comparto a livello globale.
Bene le utilities A2A (+1,6%) ed ENEL (+1,3%), che segna un nuovo record dell’anno a 5,49, spinta anche dal report di Banca Imi in cui è stata confermata la raccomandazione positiva “Add” ed è stato aumentato il prezzo obiettivo a 6,20 euro dal precedente target price a 5,80 euro.
Fuori dal listino principale vola ACEA (+11,6%) che prosegue il trend positivo di ieri a seguito dell’annuncio del nuovo business plan quinquennale focalizzato su investimenti in infrastrutture elettriche e idriche.