Le Borse europee centrano il rimbalzo dopo le vendite di venerdì scorso e il Ftse Mib termina in rialzo dell’1,2% a 22.362 punti. Ben intonati anche il Dax di Francoforte (+1,5%), il Cac 40 di Parigi (+1,4%) e l’Ibex 35 di Madrid (+1,2%). Più arretrato il Ftse 100 di Londra (+0,5%), mentre l’atteso incontro di oggi fra il premier britannico Theresa May e i vertici UE sulla Brexit si è concluso con un nulla di fatto.
Oltreoceano avanzano Dow Jones (+1%) e S&P 500 (+0,5%) mentre il Nasdaq (-0,4%) sconta nuovamente i realizzi sui tecnologici, con gli investitori che si riposizionano su altri settori maggiormente agevolati dalla riforma statunitense.
Sul Forex il dollaro recupera terreno sull’euro, portando il relativo cambio a 1,1855 grazie ai progressi sul programma statunitense di tagli alle tasse. Il testo approvato venerdì dal Senato Usa dovrà essere riconciliato con la proposta passata alla Camera, con l’obiettivo di giungere entro Natale ad una legge definitiva.
Si sgonfia invece la sterlina, sostenuta nel corso della giornata dalla fiducia per il buon esito delle negoziazioni sul divorzio dall’Ue. La questione dei confini irlandesi invece non è ancora stata risolta e dunque saranno necessari altri dialoghi prima di passare alla seconda fase delle negoziazioni, quella riguardante i futuri rapporti politici, economici e commerciali tra Londra e l’Ue. La valuta britannica torna così a 1,347 dollari e il cross con l’euro risale a 0,88.
Fra le materie prime il petrolio sconta il rafforzamento del biglietto verde e il nuovo incremento degli impianti di trivellazione in Nord America, così Wti e Brent cedono oltre l’1% rispettivamente in area 57,8 e 63 dollari al barile. In correzione anche l’oro a 1.274 dollari l’oncia, dopo il balzo di venerdì sui nuovi timori di rischio impeachment per Trump.
Sull’obbligazionario il rendimento del Btp italiano si attesta all’1,70 per cento e lo spread con il Bund tedesco scende in area 136 punti base.
A Piazza Affari svetta BUZZI (+4,9%), favorita dall’apprezzamento del dollaro e dall’approvazione della riforma fiscale americana al Senato, in quanto fortemente esposta in Usa. In evidenza, in parte per gli stessi motivi, anche LUXOTTICA (+4,8%) e FCA (+4%). Nel weekend inoltre l’Ad della casa automobilistica, Sergio Marchionne, ha annunciato che il nuovo business plan verrà rilasciato nel secondo trimestre del 2018, mentre per la fine dello stesso anno è previsto lo scorporo di Magneti Marelli e Comau. Intanto si lavora ad un’estensione della partnership con Hyundai nel segmento dei veicoli a idrogeno.
Acquisti anche sui bancari con BPER a +2,7%, INTESA a +1,7% e UBI a +1,6 per cento. Poco mossa UNICREDIT (+0,4%) che ha riunito oggi gli azionisti per votare alcune modifiche statutarie e ha fatto sapere di non prevedere la vendita nel breve periodo dell’8,6% detenuto in Mediobanca.
In controtendenza, infine, PRYSMIAN (-4,1%) che acquisirà l’americana General Cable per un corrispettivo di 3 miliardi di dollari, ritenuto troppo elevato da alcun analisti.