Dalla lettura della monthly call di novembre di Coima Res, redatto con il supporto di Equita Sim e Cbre, emerge uno scenario che se per il versante politico è caratterizzato dalla incertezza (molto probabile che nessun partito sia in grado di governare da solo), dal punto di vista economico mostra alcuni segnali di ripresa che possono far ben sperare anche per il comparto del real estate.
In particolare, con un PIL atteso per il 2017 del +1,6%, entro la fine di dicembre potrebbe arrivare finalmente il benestare del Senato affinché possano essere incluse anche le SIIQ e le società di investimento immobiliare tra le asset class eliggibili nei Pir.
Se questo dovesse accadere l’effetto moltiplicatore che si genererebbe da tali investimenti porterebbe a raccogliere in 5 anni, al netto dei flussi in uscita dai fondi, circa 53 miliardi, secondo le stime di Equita Sim. Questi flussi di investimento canalizzati nei Pir potrebbero favorire (si spera) un maggior interesse alla quotazione da parte delle società del comparto, in modo da espandere il mercato del mattone nella giusta direzione per cercare di colmare il gap con gli altri paesi europei.
In particolare, la regione della Lombardia presenta un livello di crescita del PIL (357 miliardi) sicuramente in grado di competere per le prime posizioni nel vecchio continente, davanti anche alla somma del PIL prodotto dalla regione di Berlino e di Francoforte, per dare una idea.
Il comparto del RE milanese nello specifico, risulta, negli ultimi 10 anni, più caro di Francoforte ma meno di Londra (-60%) e Parigi (-43%), in termini di valore al metro quadro (14.670 euro), riuscendo ad assorbire al 1Q 2017 circa il 50% del volume complessivo degli investimenti direzionali.
Se si guarda il mercato degli affitti, il capoluogo della Lombardia presenta un andamento annuale in crescita al +9% a/a, secondo solo a Berlino e Madrid, e scomponendo l’area milano in due zone, quella centrale (Milano CBD) e la new entry Porta Nuova si evince come le prospettive di crescita siano rispettivamente +10,2% e +18,5% per il periodo 2018-2020.
La crescita del comparto è stata maggiormente trainata dall’aumento della domanda, certo ingolosita da un calo dei prezzi significativo, comparando la situazione attuale con il pre crisi del 2008.
Dal 2007 la tipologia di immobili più richiesta a Milano risulta essere per il 70% quella di grado più elevato (A), contraddistinta da prezzi alti, strutture architettoniche moderne e all’avanguardia e con un basso vacancy rate (meno del 2%). All’interno della classe A per gli immobili ad uso ufficio, si stima per i prossimi 3 anni un gap annuo tra domanda e offerta pari a 120.000 mq su una previsione di crescita della domanda di 207.000 mq all’anno, che potranno intercettare la liquidità di assicurazioni, fondi pensione e investitori esteri.
Buone notizie quindi principalmente per Coima Res, Aedes e Bastogi che hanno una parte considerevole del patrimonio immobiliare complessivo investito in uffici, specialmente Coima Res, che ha investito in questa asset class circa il 90% del suo patrimonio del RE.