Il Ftse Italia Tecnologia ha terminato l’ottava dal 27 novembre al 1 dicembre in calo del 9,1% sottoperformando l’indice di settore continentale Euro Stoxx Tecnologia (-5,2%) e il Ftse Mib (-1,4%).
La settimana appena conclusa è stata caratterizzata a livello internazionale dall’attenzione per la riforma fiscale statunitense e per gli interventi del governatore uscente della Fed, Janet Yellen, e quello entrante, Jerome Powell. Il cambio euro/dollaro è risalito in area 1,19, mentre sul fronte macro l’attenzione è stata soprattutto sul Pil Usa, sui Pmi manifatturieri e sull’inflazione nell’Eurozona. Giovedì il focus è stato sulla riunione dei paesi produttori di petrolio, che come atteso hanno esteso gli accordi sui tagli dell’output fino a fine 2018.
Nel comparto IT di Piazza Affari la big cap Stm ha chiuso i cinque giorni in ribasso del 10,8 per cento. Il colosso dei semiconduttori sconta soprattutto il -6,8% di mercoledì, quando il settore tecnologico, e in particolare il segmento dei microchip (con l’indice Sox in calo del 5%), ha sofferto il riposizionamento degli investitori internazionali, innescato dai progressi sulla riforma fiscale di Trump che prevede minori benefici per l’hi-tech rispetto alle società di altri comparti.
Poco mossa la mid cap Reply (-0,1%) mentre fra le small cap avanzano Esprinet (+2,9%), che ha rafforzato la partnership con Microsoft per la vendita dei device Surface, e Tecnoinvestimenti (+2,4%), che ha perfezionato l’acquisizione del 70% di Warrant Group (WG). Per Tecnoinvestimenti anche un nuovo massimo delle ultime 52 settimane a 6,44 euro.
Positiva pure Tas (+2%), riconfermatasi tra le top 100 aziende del mercato italiano dell’Information Technology, secondo i risultati della classifica elaborata da IDC Italia per Datamanager.
Sottotono invece Exprivia (-5,8%) che ha perfezionato la fusione per incorporazione delle società Exprivia Digital Financial Solution, Exprivia Healthcare, Exprivia Telco & Media nella capogruppo, con efficacia retroattiva degli effetti contabili e fiscali al 1 gennaio 2017.
In ribasso pure Eurotech (-5,7%) e Be (-4,8%), di cui LOYS Investment è diventato uno dei maggiori azionisti con una quota del 5,107% del capitale. La partecipazione è detenuta in gestione discrezionale del risparmio.
Dalle comunicazioni della Consob sulle partecipazioni rilevanti si è appreso inoltre che lo scorso 20 novembre 2017 Investment Construction Technology, tramite Powerboom Investments Limited, era titolare di una partecipazione potenziale totale pari al 19,012% del capitale di Tiscali (invariata). Contestualmente, Alexandru Suhusin (tramite la società controllata Destarola) era titolare di una quota indiretta totale dell’8,953 per cento.
In flessione Digital Bros (-2,3%), nonostante l’upgrade di Banca Akros da “Accumulate” a “Buy” con target price invariato a 14,50 euro.
Nel segmento tlc arretrano Telecom Italia (-3,5%) e Acotel Group (-7,4%) che ha deliberato di posticipare ad una prossima riunione la nomina per cooptazione di un nuovo consigliere in sostituzione del dimissionario Maurizio Tucci. A fine ottobre inoltre il gruppo riporta una posizione finanziaria netta consolidata positiva pari a 5,8 milioni, in calo rispetto alla liquidità di 6,7 milioni del 30 settembre 2017.