Nei primi nove mesi del 2017 il settore ha mostrato un andamento complessivamente positivo. Migliorati infatti la maggior parte degli indicatori reddituali. Sul fronte patrimoniale, l’indebitamento finanziario netto totale diminuisce del 3,7% rispetto a fine 2016, beneficiando soprattutto del calo registrato da Campari e La Doria. Tali andamenti positivi di settore emergono anche dai dati recentemente comunicati da Confcommercio. L’istituto indica infatti che nel terzo trimestre l’indice dei consumi è salito dello 0,8%, migliorando anche rispetto al +0,5% della prima e della seconda frazione d’anno.
RICAVI – Nei primi nove mesi del 2017 i ricavi complessivi del settore segnano una crescita del 7,5% a 4.366,7 milioni.
Nel dettaglio, la quota più consistente è quella di Campari che, con il 29,2% del totale, ha riportato un progresso dell’8,1% a 1.275,8 milioni. La crescita organica è stata pari al 6,2%, trainata dai brand a priorità globale (+7,4%) e regionale (+13,5%) a elevata marginalità.
Positivo anche l’andamento di Marr, che ha realizzato ricavi pari a 1.230,2 milioni (+4,8%), pari al 28,2% del totale, sostenuti in particolare dal buon andamento dello Street Market (ristoranti e hotel non appartenenti a gruppi o catene), che ha realizzato 832 milioni di fatturato (+6,4%) beneficiando anche del contributo delle neo acquisite DE.AL. e Speca. In crescita pure il Wholesale, le cui vendite si sono attestate a 198 milioni (+2,5%), mentre il National Account (ristorazione commerciale strutturata e collettiva) è rimasto sostanzialmente invariato a 211 milioni.
Performance positive anche per altri gruppi del settore, quali Ivs (+12,6% a 292,3 milioni) e Massimo Zanetti Beverage Group (+5,6% a 708,5 milioni).
Diversamente, in contrazione i ricavi di Valsoia (-3,3% a 85,1 milioni).
EBITDA – L’Ebitda complessivo si attesta a circa 558,6 milioni e segna un progresso del 6,2 per cento. Nel dettaglio si rileva che circa il 54% dell’aggregato è riferito a Campari, con un ammontare pari a 299,3 milioni, in crescita del 9,8% dai precedenti 272,7 milioni. Buon andamento dell’Ebitda anche per Marr, che segna una crescita del 2,4% a 94,8 milioni e per Ivs Group, che evidenzia un progresso del 10,8% a 68,7 milioni, senza considerare oneri non ricorrenti per complessivi oltre 5 milioni (Ebitda reported, +3,8% a 63 milioni).
EBIT – L’Ebit totale è pari a 410,9 milioni, in aumento del 3%. Nel dettaglio si segnala che è Campari a pesare maggiormente con 257,3 milioni, che esprime il 62,6% del totale e segna un progresso del 10 per cento. Segue Marr, con un risultato operativo di 80,2 milioni, pari al 19,5% del totale e in progresso dell’1,1%, nonostante ammortamenti e accantonamenti/svalutazioni cresciuti rispettivamente del 16,1% a 4,9 milioni e 6,8% a 9,7 milioni.
UTILE NETTO – L’utile netto del comparto si fissa a 88,2 milioni, in calo del 28%, risentendo in particolare del peggioramento registrato da Centrale del Latte d’Italia ed ePrice, passate rispettivamente da un utile di 12,4 milioni e 3 milioni ad una perdita di 0,4 milioni e 15,8 milioni.
INDEBITAMENTO FINANZIARIO NETTO – Dal lato patrimoniale l’indebitamento finanziario netto totale ammonta a 1.837,1 milioni, in calo del 3,7% rispetto a fine 2016. Una dinamica che riflette soprattutto il miglioramento registrato da Campari (-9,4% a 1.079,8 milioni) e La Doria (-34,4% a 68,7 milioni). Si segnala che la prima delle due ha beneficiato di una sostenuta generazione di cassa, cui si aggiungono plusvalenze derivanti dalla cessione dei business vinicoli cileno e francese e dei brand Carolans e Irish Mist, al netto degli effetti relativi all’acquisizione di Bulldog, il pagamento del dividendo, le operazioni di liability management e l’acquisto di azioni proprie.