Bper sta per implementare una manovra di de-risking da 4 miliardi per ridurre la propria esposizione nei crediti deteriorati.
È quanto ha affermato in un’intervista Alessandro Vandelli, Ceo della banca modenese, precisando che 3 miliardi di npl verranno ceduti facendo ricorso alle cartolarizzazioni (di cui è già partito il dossier riferito a 1 miliardo di npl della controllata Banco di Sardegna) e 1 miliardo verrà gestito internamente. Inoltre, verrà effettuato un accantonamento straordinario da 1 miliardo volto ad aumentare i livelli di copertura (previsto all’inizio del 2018).
L’obiettivo, ha sottolineato il manager, è quello di ridurre lo stock di npe del 35% e il rapporto tra esposizioni deteriorate lorde e crediti totali al 13,5% dall’attuale 20,4% entro il 2020. Il numero uno, tuttavia, non esclude che l’obiettivo venga raggiunto in anticipo, dato che gli sforzi verranno concentrati nei prossimi 12/18 mesi.
Vandelli ha poi aggiunto che, qualora la Bce richiedesse dei vincoli più stringenti, la banca dispone di una forza patrimoniale più che sufficiente per raggiungere un npe ratio ancora più basso, ricordando che il Cet1 si attesta al 13,81 per cento.
L’Ad ha infine rimarcato gli enormi progressi sul fronte della qualità del credito, sottolineando che il tasso di ingresso da crediti in bonis a crediti problematici è sceso all’1,9% (si attestava la 7% nel 2013).
In merito agli impatti sul conto economico, il Ceo stima che già nel 2018 ci sarà una riduzione del costo del credito a 60/70 punti base con relativi effetti positivi sull’utile netto.