Il Ftse Mib ha chiuso la giornata di ieri sostanzialmente stabile a +0,2%, in controtendenza rispetto alle altre principali piazze europee, ad eccezione dell’Ibex 35 di Madrid (+0,2%).
L’indice Ftse Italia Media ha terminato la seduta in territorio positivi a +1,5%, sovraperformando l’equivalente indice europeo che è sceso dello 0,2 per cento.
Ieri GroupM, media holding del Gruppo WPP, ha reso note le previsioni di investimento pubblicitario per il 2017 e il 2018, presentate in occasione della conferenza annuale di Usb sui media e la comunicazione a New York. A livello globale, rispetto allo scorso anno, nel 2017 gli investimenti pubblicitari sono attesi in crescita del 3,1% e del 4,3% nel 2018. In Italia, invece, nel 2018 è prevista una crescita del 2,1%, sostenuta dalla pubblicità digitale e nonostante il rallentamento dovuto alla mancata qualificazione ai mondiali di calcio.
La big Mediaset è salita del 2,5%, in seguito all’autorizzazione del consiglio di amministrazione di Telecom Italia all’acquisto di contenuti Mediaset Premium.
Tra le società a media capitalizzazione la migliore è stata Mondadori con un progresso del 3,6%, grazie anche alla possibile messa in onda a inizio 2018 di un programma televisivo di Giallo Zafferano, food media brand di Mondadori.
Bene anche Cairo Communication che ha registrato un +1% e Rcs Mediagroup (+0,5) che recupera la flessione di lunedì.
Tra le small la migliore della giornata è stata Mondo Tv che è cresciuta dell’8,8%, dopo il giudizio positivo degli analisti di Edison Group, che hanno alzato il target price a 9 euro, con un potenziale upside di oltre il 30% rispetto alla chiusura. Il giudizio degli analisti segue la recente pubblicazione del nuovo piano industriale al 2022, che evidenzia un utile netto atteso a fine periodo pari a 32,8 milioni (cagr +20%), superiore del 24% rispetto a quanto indicato nel business plan precedente.
Un’altra buona giornata anche per Class Editori che è salita del 2,6 per cento.
Scivolano invece alle ultime posizioni Gedi Gruppo Editoriale (-1,8%) e Il Sole 24 Ore che lascia al mercato l’1,5 per cento.