Altra seduta difficile per il colosso dei semiconduttori, che intorno alle 10:30 cede il 3,6% portandosi a 18,1 euro, a fronte della lieve flessione del Ftse Mib (-0,3%) e del -1% dell’indice Euro Stoxx Technology. Le quotazioni del produttore di microchip si riavvicinano così ai livelli del 25 ottobre, prima della pubblicazione dei risultati del terzo trimestre.
Commento
I conti migliori delle attese e la revisione al rialzo delle stime per il full year avevano spinto Stm verso nuovi massimi, con un picco intraday toccato il 7 novembre a quota 21,59 euro grazie anche ai risultati e alle previsioni di Apple superiori al consensus.
Nelle ultime sessioni, invece, il titolo del colosso italo-francese ha sofferto innanzitutto la debolezza a livello globale del settore tecnologico. Gli investitori, infatti, si sono riposizionati verso comparti che in futuro dovrebbero godere di maggiori benefici fiscali grazie alla riforma proposta dall’amministrazione Trump e in corso di approvazione, abbandonando così il settore hi-tech che aveva performato meglio di tutti gli altri nel corso dell’anno.
A mettere ulteriormente sotto pressione il comparto e in particolare il segmento dei semiconduttori hanno contribuito negli ultimi giorni i timori che in futuro Apple possa cominciare a produrre in casa i microchip. Timori confermati da Dialog Semiconductor, il cui fatturato dipende per oltre il 50% dalla Mela e secondo cui dal 2020 i circuiti integrati PMIC potrebbero essere disegnati direttamente a Cupertino a partire dal 2020. Dichiarazioni che hanno portato Dialog a cedere il 24% nella seduta di lunedì.
La debolezza del comparto dei semiconduttori è testimoniata anche dall’andamento dell’indice Philadelphia Semiconductor, che dal picco del 24 novembre a 1.342 punti ha perso oltre l’8% scendendo a quota 1.228 punti.
Stm resta comunque uno dei migliori titoli del Ftse Mib da inizio anno, con un rialzo intorno al 69% a fronte del 16% dell’indice principale di piazza Affari.