ll Ftse Italia Banche termina con un rialzo dell1,6% e allineato all’analogo europeo (+1,3%), supportando anche il Ftse Mib (+0,7%).
Il settore creditizio è sostenuto dal probabile slittamento dell’introduzione dell’addendum (con la consultazione pubblica che scade oggi) per la copertura dei nuovi crediti deteriorati. Inoltre, il responsabile della vigilanza Bce, Danièle Nouy, ha fatto presente che potrebbe essere spostata la data di riferimento del 1° gennaio 2018 per la classificazione dei nuovi crediti deteriorati.
Nel listino principale si mette in luce Bper (+3,2%), dopo la manovra di de-risking da 4 miliardi annunciata dal Ceo Alessandro Vandelli per ridurre l’esposizione nei crediti deteriorati e la conferma del giudizio ‘outperform’ da parte di Mediobanca e di Exane Paribas, con target price rispettivamente a 5,60 euro e a 6 euro. Risale anche Banco Bpm (+2,7%) che nei giorni scorsi era stata colpita dalle prese di profitto.
Bene anche Unicredit (+2%) sostenuta dalla conferma dell’indicazione d’acquisto da parte di diverse case di investimento, e Intesa (+1,2%) che in questo week end completerà la migrazione informatica delle ex banche venete e che, nel frattempo, ha concluso la due diligence sui crediti degli istituti neoacquisiti.
Denaro anche su Ubi (+1,2%) il cui consiglio di sorveglianza dovrebbe riunirsi il prossimo 12 dicembre per esaminare le linee guida per la riforma della governance.
Nel Mid Cap tornano gli acquisti su Popolare Sondrio (+1,5%) dopo lo stop di mercoledì, mentre su Credem (-0,5%) proseguono le prese di profitto.
Tra le Small Cap, dopo il -7,9% di mercoledì altro crollo per Creval (-6,6%) in seguito alla decisione presa dall’agenzia americana Fitch di ridurre i Long-Term Issuer Default rating a ‘B-’ da ‘BB-’.
Balzo di Carige (+9%) in scia al successo dell’aumento di capitale che ha visto sottoscrizioni pari a circa il 66% dell’ammontare (pari a 331 milioni), a cui si aggiungono altri 120 milioni relativi ad accordi di garanzia e i 46 milioni apportati dalle compagnie assicurative che detenevano i bond subordinati della banca ligure e oggetto dell’operazione di Lme. Prosegue positivamente anche la dismissione degli asset non core dopo che l’80,1% di Creditis, la controllata attiva nel credito al consumo, è stata ceduta per 80,1 milioni al fondo Chenavari.