ll Ftse Italia Banche arretra del 2,9% e sotto-performando di due punti percentuali l’analogo europeo (-0,9%), appesantendo anche il Ftse Mib (-1,4%).
Tra le ragioni che hanno contribuito a innescare le vendite vi è l’ipotesi di un possibile che scioglimento delle Camere il 27 dicembre, per arrivare alle elezioni politiche in Italia il 4 marzo. Notizia che ha avuto un effetto sulle quotazioni dei titoli di Stato (su cui le banche italiane sono in buona parte esposte), portando a un allargamento dello spread che ha toccato i 146 basis point, dai 138 di ieri.
Nel listino principale pesante arretramento per quasi tutti i titoli, con gli investitori che iniziano a ragionare sui potenziali impatti della nuova normativa bancaria che dovrà essere adottata nei prossimi anni sugli istituti di credito dopo le stime prudenziali fornite da Unicredit sugli impatti della nuova normativa bancaria. Solo Intesa (-1,2%), tra gli istituti più solidi nel panorama italiano ed europeo, riesce a tenere meglio.
Nel Mid Cap le prese di beneficio colpiscono sia Popolare Sondrio (-2,9%) sia Credem (-4,1%), dopo l’andamento positivo dell’ultimo periodo.
Tra le Small Cap lettera su Carige (-1,9%) a pochi giorni dalla riuscita dell’aumento di capitale, mentre prosegue il momento negativo di Creval (-2,2%).