Chiusura in prossimità dei minimi intraday per la maggior parte dei listini continentali. A Piazza Affari il Ftse Mib archivia le contrattazioni in ribasso dello 0,9% a 22.191 punti. In calo anche il Cac 40 di Parigi (-0,8%), l’Ibex 35 di Madrid (-0,7%) e il Ftse 100 di Londra (-0,6%) mentre il Dax Francoforte (-0,4%) limita i danni.
A penalizzare l’Europa contribuisce nel finale anche il rallentamento di Wall Street, che si rimangia parte dei guadagni iniziali dopo le critiche dei due senatori repubblicani Susan Collins e Marco Rubio al piano di tagli alle tasse.
Focus di giornata sulla riunione della Bce, da cui non sono emerse novità di rilievo. L’Eurotower ha mantenuto i tassi invariati e ha ribadito l’impegno ad allentare gradualmente il programma di acquisti di titoli. Draghi ha sottolineato nuovamente la necessità degli stimoli monetari finché necessario, mostrandosi comunque fiducioso su una graduale convergenza dell’inflazione verso il target.
Le stime sul Pil sono state riviste a 2,4% nel 2017, 2,3% nel 2018, 1,9% nel 2019 e 1,7% nel 2020, mentre quelle di inflazione prevedono una crescita complessiva dell’1,5% nel 2017, dell’1,4% nel 2018, dell’1,5% nel 2019 e dell’1,7% nel 2020.
La cautela della Bce sul raggiungimento del target di medio termine ha penalizzato in parte l’euro, sceso in area 1,77 dollari e 0,877 sterline. Poco mosso il cambio fra biglietto verde e yen a 112,5, così come il GBP/USD 1,343 dopo la riunione della Bank of England che ha lasciato invariato il costo del denaro.
Il dollaro beneficia in parte anche dei dati positivi sulle vendite al dettaglio, mentre in Europa gli indici Pmi preliminari di dicembre hanno confermato la ripresa dell’attività manifatturiera e terziaria, sui massimi da diversi anni.
Tra le materie prime sono in flessione le quotazioni del petrolio con il Wti e il Brent rispettivamente a 56,2 e a 62,2 dollari al barile. Sull’obbligazionario il rendimento del Btp sale ulteriormente a 1,79% dopo l’impennata di ieri e lo spread con il Bund resta in area 147 punti base.
Pochi segni positivi sul listino principale di Piazza Affari. Acquisti su BANCA MEDIOLANUM (+1,4%), YNAP (+1,1%) FINECO (+0,65%) e LUXOTTICA (+0,6%), quest’ultima dopo il rinnovo dell’accordo di licenza con Tiffany & Co. Ancora deboli le banche, con INTESA in calo del 2,2%, BPER a -2% e UNICREDIT a -0,8 per cento. Male anche le utilities con ENEL a -1,7 per cento.
Sottotono TELECOM ITALIA (-1,5%) dopo la partenza positiva, all’indomani dell’incontro tra l’Ad Genish e il ministro Calenda. La società avrebbe incaricato McKinsey di valutare le alternative sulla rete nell’ambito del piano industriale e proposto l’apertura di un tavolo tecnico con Agcom e Antitrust.