ll Ftse Italia Banche chiude con un ribasso dell’1,4% e in linea all’analogo europeo (-0,8%), zavorrando anche il Ftse Mib (-0,9%).
Il settore creditizio, dunque, amplifica il rosso riportato mercoledì dopo i sull’ipotesi di un possibile che scioglimento delle Camere il 27 dicembre, per arrivare alle elezioni politiche in Italia il 4 marzo. Notizia che aveva portato a un allargamento dello spread tra i titoli di Stato decennali italiani e tedeschi di circa 8 punti base.
Le vendite hanno colpito quasi tutti i titoli del listino principali, con le sole eccezione di Mediobanca (-0,1%) vicino alla parità. Resiste leggermente meglio Unicredit (-0,8%) grazie anche all’esito positivo del collocamento di strumenti Additional Tier1 per un controvalore di 1 miliardo, a testimonianza della fiducia degli investitori nei confronti della banca.
Nel Mid Cap proseguono le prese di profitto su Popolare Sondrio (-1,9%) e su Credem (-0,9%), dopo la buona performance dei giorni precedenti da parte di entrambi i titoli.
Tra le Small Cap indietreggia nuovamente Carige (-2%) che oggi darà avvio all’offerta dei diritti rimasti inoptati e su cui Moody’s ha confermato i rating di lungo termine.
Tornano gli acquisti su Creval (+2,2%), nel giorno in cui l’azionista francese con oltre il 5% Denis Dumont ha espresso l’intenzione di aderire pro quota all’aumento di capitale da 700 milioni.