Mercati – Verso chiusura in rialzo, Ftse Mib +1,1%

Acquisti sostenuti sulle Borse europee, incoraggiati anche dai nuovi record registrati in avvio da Wall Street in scia ai progressi sul fronte della riforma fiscale, che potrebbe essere approvata già questa settimana. Poco prima delle 16:00 il Ftse Mib di Milano avanza dell’1,1%, preceduto dal Cac 40 di Parigi (+1,35%) e dal Dax di Francoforte (+1,5%), in vetta al Continente anche grazie alla determinazione del cancelliere Angela Merkel nel trovare entro metà gennaio un accordo per formare una coalizione di governo.

Più arretrati l’Ibex 35 di Madrid (+0,9%) e il Ftse 100 di Londra (+0,5%) penalizzato anche dal rafforzamento della sterlina. Oltreoceano gli indici americani mostrano rialzi intorno allo 0,7 per cento.

Sul Forex l’euro/dollaro si riporta a quota 1,18 mentre il cambio tra biglietto verde e yen si attesta a 112,5. I timori residui sulla riforma fiscale continuano a penalizzare la valuta americana, che scende anche rispetto alla sterlina (GBP/USD 1,34). In calo il cross tra euro e divisa britannica in area 0,88, nel giorno dell’intervento di Theresa May davanti al Parlamento per delineare la strategia sulla Brexit.

Fra le materie prime il petrolio brucia buona parte dei guadagni della giornata, con Wti e Brent rispettivamente in area 57,4 e 63,4 dollari al barile, dopo gli acquisti di stamattina sostenuti dalla chiusura dell’impianto Forties e da uno sciopero dei lavoratori in Nigeria.

A Piazza Affari gli acquisti premiano in particolare SAIPEM (+3,5%), CNH (+3%) e MONCLER (+2,5%), spinta dall’accordo preventivo con l’Agenzia delle Entrate italiana sul Patent Box e sulla risoluzione delle verifiche fiscali in corso.

Ben intonate pure EXOR (+2,2%), UNIPOL (+2,2%), ENEL (+2%) e FCA (+1,6%), che beneficia delle speculazioni su possibili operazioni straordinarie e della revisione al rialzo da parte di Fitch del proprio rating da BB- a BB con oulook stabile.

Tra i bancari resta debole BANCO BPM a -0,6 per cento. In fondo al listino scivola MEDIASET (-2,4%) mentre l’udienza di domani per il caso Premium è stata rimandata in attesa di un accordo con Vivendi.