Mercati – Finale sottotono, Milano -0,5% e impennata Btp all’1,9%

Chiusura debole per i listini del Vecchio Continente, mentre a Wall Street gli indici americani scambiano in lieve flessione in attesa del voto della Camera sulla riforma fiscale.

A Piazza Affari il Ftse Mib archivia le contrattazioni in ribasso dello 0,5% a 22.275 punti, sostanzialmente in linea con il Cac 40 di Parigi (-0,7%) e il Dax di Francoforte (-0,7%) mentre il Ftse 100 di Londra (+0,1%) e l’Ibex 35 di Madrid (-0,1%) terminano poco distanti dalla parità.

Il focus degli investitori resta sulla proposta di tagli alle tasse dei Repubblicani, che dopo l’ok della Camera previsto per oggi dovrebbe essere approvato al più presto, tra oggi e domani, anche dal Senato con l’obiettivo di giungere alla firma del presidente Trump prima di Natale.

Vendite diffuse, intanto, sull’obbligazionario dove il rendimento del Bund sale sui massimi di circa 5 mesi a 0,38 per cento. Il tutto dopo che un membro del Consiglio della Bce ha dichiarato che le discussioni per il futuro riguardano più l’utilizzo dei tassi di interesse piuttosto che gli acquisti di asset al fine di indirizzare l’economia dell’Eurozona.

Il tasso sul Btp decennale si impenna di 11 basis points, complice anche la percezione di un maggiore rischio politico e la possibilità di elezioni a marzo, portandosi in area 1,9% e dilatando lo spread dal benchmark tedesco oltre 152 punti base.

Nel frattempo l’euro/dollaro risale a quota 1,182, nonostante il lieve peggioramento evidenziato in mattinata dall’indice IFO di dicembre sulla fiducia delle aziende tedesche. Il biglietto verde guadagna terreno sullo yen portandosi a 113 ma resta parzialmente frenato dai dubbi sull’effettivo impatto economico della riforma fiscale.

Tra le materie prime rimane intonato positivamente il petrolio, con Wti e Brent rispettivamente a 57,5 e 63,6 dollari al barile in attesa dei dati sulle scorte (oggi quelli Api e domani quelli Eia) che dovrebbero mostrare un’ulteriore diminuzione delle riserve americane, nella direzione di un graduale ribilanciamento del mercato globale. L’oro arretra a 1.261 dollari l’oncia.

A Piazza Affari ancora acquisti su SAIPEM (+3,6%), che potrebbe beneficiare anche dell’offerta di Mc Dermott, da 6 miliardi di dollari, per Chicago Bridge.

Tra i bancari spiccano BANCO BPM (+2,7%) e BPER (+3,3%) mentre le utilities soffrono il rialzo dei rendimenti obbligazionari, con ITALGAS (-1,3%), A2A (-1,5%), TERNA (-1,95%) ed ENEL (-2,7%) fra le peggiori del Ftse Mib. Limita i danni SNAM (-0,1%), promossa da Credit Suisse da ‘neutral’ ad ‘outperform’ con target price alzato da 4,2 a 4,6 euro.

Lieve rimbalzo di MEDIASET (+0,9%), bene LUXOTTICA (+0,9%) e PRYSMIAN (+1,25%). In fondo al listino crolla YNAP (-5,6%) in scia al taglio delle stime da parte di Kepler e di Morgan Stanley.

Fuori dal listino principale sprofonda anche TREVI (-10,2%), dopo l’avvio delle attività necessarie a un rafforzamento patrimoniale, non escludendo la possibilità di un aumento del capitale sociale.