Finale sottotono per le Borse del Vecchio Continente, con il cambio euro/dollaro che rivede momentaneamente quota 1,19 per la prima volta dopo tre settimane. Il Ftse Mib di Milano archivia le contrattazioni in calo dello 0,7% a 22.109 punti, ma la peggiore è Francoforte con il Dax in perdita dell’1,1 per cento. Limitano i danni il Cac 40 di Parigi (-0,6%), il Ftse 100 di Londra (-0,3%) e l’Ibex 35 di Madrid (-0,2%) alla vigilia delle elezioni in Catalogna.
A penalizzare i listini nel finale, frenando il biglietto verde, potrebbero aver contribuito le dichiarazioni del consigliere economico della Casa Bianca, Gary Cohn, secondo il quale la firma della riforma fiscale da parte del presidente Trump potrebbe essere rinviata a gennaio per ragioni tecniche.
A Wall Street intanto gli indici americani viaggiano senza direzione, dopo un avvio positivo in scia all’approvazione giunta ieri dal Senato al piano di tagli alle tasse dei Repubblicani, mentre oggi è in programma un nuovo voto alla Camera.
Sul Forex il cambio euro/dollaro tocca quota 1,19 per poi scendere nuovamente in area 1,188. In calo lo yen (USD/JPY a 113,3 e EUR/JPY a 134,55) in attesa della riunione di domani della Bank of Japan.
Ancora sotto pressione l’obbligazionario europeo, con il rendimento del Btp decennale in aumento all’1,93 per cento e con un differenziale dal benchmark tedesco (0,4%) di 152 punti base.
Tra le materie prime restano ben intonate le quotazioni del petrolio, con Wti e Brent rispettivamente a 58 e 64,4 dollari al barile, dopo che i dati settimanali Eia hanno confermato una riduzione delle scorte di greggio statunitensi. In rimonta l’oro a 1.265 dollari l’oncia grazie all’indebolimento del biglietto verde.
A Piazza Affari i ribassi maggiori si registrano su UNICREDIT (-2,9%), LEONARDO (-1,9%), RECORDATI (-1,8%), BUZZI (-1,8%) e BANCO BPM (-1,6%) che ieri a mercati chiusi ha annunciato la cessione pro-soluto di crediti unsecured in sofferenza per circa 1,8 miliardi.
Tra le utilities scende ancora ENEL (-0,75%) dopo il downgrade di ieri di Macquarie a “neutral”, nonostante la vittoria di una gara in Argentina per un impianto eolico da 100 MW, mentre rimbalzano A2A (+0,45%) e ITALGAS (+0,6%). Il comparto resta comunque frenato dal rialzo dei rendimenti obbligazionari degli ultimi due giorni, che ha fatto scattare anche qualche presa di beneficio sul settore.
Acquisti su MEDIASET (+0,5%), dopo il rinvio al 27 febbraio dell’udienza per il caso Premium. Fonti di stampa, inoltre, affermano che il gruppo starebbe trattando la cessione a Tim di contenuti per 460 milioni, mentre il Biscione si sarebbe aggiudicato i diritti sui mondiali di calcio in Russia.
Bene anche TENARIS (+1,2%) su cui Barclays ha avviato la copertura con giudizio ‘overweight’ e target price a 16,5 euro. Fuori dal listino principale vola CREVAL (+8,6%), dopo il via libera dell’assemblea straordinaria all’aumento di capitale da 700 milioni.