Dopo un avvio incerto i listini europei virano al ribasso e intorno alle 11:45 scambiano in marginale flessione. A Milano il Ftse Mib cede lo 0,3%, l’Ibex 35 di Madrid arretra dello 0,7% mentre il Dax di Francoforte (-0,15%), il Ftse 100 di Londra (-0,15%) e il Cac 40 di Parigi (-0,2%) mostrano variazioni negative più contenute.
Il focus resta sempre sulla riforma fiscale statunitense che ieri ha ottenuto il via libera del Senato e oggi dovrà passare nuovamente alla Camera per essere definitivamente approvata. Sul Forex il cambio euro/dollaro risale a 1,185, con il biglietto verde parzialmente frenato dai timori sugli effettivi vantaggi che il piano di tagli alle tasse apporterà alla prima economia mondiale. Continua a deprezzarsi lo yen (USD/JPY a 113,1) in attesa della riunione di domani della Bank of Japan.
Tra le materie prime restano ben intonate le quotazioni del petrolio, con Wti e Brent rispettivamente a 57,8 e 63,8 dollari al barile. In attesa dei dati ufficiali Eia questo pomeriggio, l’Api ha stimato una diminuzione dello stock di greggio pari a 5,2 milioni di barili, contro il calo di 3,8 milioni previsto dagli analisti.
Sull’obbligazionario, infine, il rendimento del decennale italiano si attesta all’1,89%, separato da uno spread con il Bund tedesco in area 150 punti base.
A Piazza Affari i ribassi maggiori si registrano su TELECOM ITALIA (-1,4%), su RECORDATI (-1,15%) e sui bancari UNICREDIT (-1,1%) e BANCO BPM (-1%),che ieri a mercati chiusi ha annunciato la cessione pro-soluto di crediti unsecured in sofferenza per circa 1,8 miliardi.
Ancora deboli le utilities, penalizzate dal rialzo dei rendimenti obbligazionari, mentre viaggia in controtendenza TENARIS (+1,5%), su cui Barclays ha avviato la copertura con giudizio ‘overweight’ e target price a 16,5 euro.
In territorio lievemente positivo MEDIASET (+0,5%), dopo il rinvio al 27 febbraio dell’udienza per il caso Premium. Fonti di stampa, inoltre, affermano che il gruppo starebbe trattando la cessione a Tim di contenuti per 460 milioni, mentre il Biscione si sarebbe aggiudicato i diritti sui mondiali di calcio in Russia.
Fuori dal listino principale vola CREVAL (+9,5%), dopo il via libera dell’assemblea straordinaria all’aumento di capitale da 700 milioni.