Enel – Via libera dei soci delle controllate cilene alla riorganizzazione societaria

Questa mattina il colosso elettrico italiano ha comunicato che le Assemblee straordinarie degli azionisti delle controllate Enel Chile ed Enel Generación Chile hanno adottato ieri le deliberazioni relative alla realizzazione della riorganizzazione delle partecipazioni societarie del gruppo guidato da Francesco Starace.

In particolare, le delibere prevedono l’integrazione in Enel Chile degli asset rinnovabili cileni posseduti da Enel Green Power Latin America, tramite fusione per incorporazione di quest’ultima nella stessa Enel Chile, essendo stato deliberato in proposito dall’Assemblea straordinaria di Enel Chile un aumento del capitale a servizio della fusione. I soci di Enel Chile che hanno manifestato il proprio dissenso alla fusione avranno il diritto di recedere, con la fusione che risulta condizionata alla circostanza che il recesso sia esercitato da azionisti di Enel Chile che complessivamente rappresentino non più del 5% del capitale. Si informa che la suddetta integrazione è stata approvata anche dall’assemblea straordinaria dei soci di EGP Latin America.

È stato poi deciso il lancio da parte di Enel Chile di un’Offerta pubblica di acquisto (Opa) sulla totalità delle azioni della controllata Enel Generación Chile detenute dai soci di minoranza, la cui efficacia risulta subordinata all’acquisizione di un numero complessivo di azioni tale da consentire ad Enel Chile di incrementare la propria partecipazione in Enel Generación Chile ad oltre il 75% del capitale sociale dall’attuale 60%. In sede di adesione all’Opa, gli azionisti di minoranza di Enel Generación Chile si impegneranno a reinvestire in azioni Enel Chile di nuova emissione una parte del corrispettivo ricevuto, essendo stato deliberato in proposito un aumento del capitale di Enel Chile a servizio dell’Opa.

È stata, infine, prevista la modifica dello statuto sociale di Enel Generación Chile, al fine di rimuovere i limiti al possesso azionario, che attualmente non permettono ad un singolo azionista di possedere oltre il 65% del capitale sociale.