Una giornata di Borsa che consegna pochi spunti e vede il Ftse Mib chiudere in ribasso dello 0,7% in linea con la stanchezza di tutte le principali piazze europee ed anche di una sorta di abulia di Wall Street, regala viceversa performance da record a due dei titoli del settore dell’impiantistica che maggiormente hanno sofferto negli ultimi due mesi: Astaldi e Trevi.
Il comparto, in realtà, chiude in perfetta neutralità e meglio dell’Eurostoxx Prodotti e Servizi Industriali (-0,5%) con cui direttamente si confronta, ma questo soprattutto a causa del ribasso di due punti percentuali di Leonardo e il magro progresso di Prysmian (+0,3%) i due titoli che per capitalizzazione complessiva condizionano di fatto l’indice settoriale.
Tra le Mid c’è molta più vivacità ed è corretto rimarcare, da un lato, il riaggancio di quota 1,30 euro da parte di Fincantieri (+2,3%) e così pure il balzo di quasi il 3% di Salini, dall’altro, le performance straordinarie di Trevi e Ansaldo. Per la prima, in rialzo del 6,5%, sembrerebbe trattarsi di una reazione tecnica al forte ribasso che aveva accusato nella seduta precedente, ma non è da escludere nemmeno un effetto di trascinamento delle buone notizie che hanno influenzato il rialzo di Astaldi (+6,3%).
Quest’ultima ha comunicato di essere riuscita a concludere con successo il processo di revisione dei covenant finanziari sottostanti una linea revolving di 500 milioni di euro, un passo importante nella direzione di un ristabilimento delle condizioni finanziarie più idonee al superamento della crisi innescata dal default venezuelano. Tenuto conto dei problemi solo per certi versi analoghi che affliggono Trevi, è ipotizzabile che la ventata di ottimismo sul gruppo capitolino possa aver dato corpo a speranze di un’evoluzione positiva anche per la concorrente.