La scorsa notte il consiglio comunale della città ligure ha approvato la delibera che prevede l’aggregazione tra Acam, di cui controlla il 35,5% del capitale, e il gruppo guidato da Massimiliano Bianco.
L’esito finale dell’operazione è comunque subordinato al parere positivo del 70% del capitale della multi-utility non quotata. Fino a oggi, oltre al Comune di La Spezia, hanno dato il proprio via libera all’operazione anche Liguria Patrimonio, holding della Regione e secondo azionista di Acam con il 14,4%, e il Comune di Arcola con il 3,7% e quello di Levanto con il 2,5 per cento.
La stessa percentuale del capitale della multi-utility non quotata, cioè il 70%, deve poi anche decidere se partecipare all’aumento di capitale riservato che li porterà a diventare soci di Iren. Nel caso in cui tutti gli enti locali azionisti di Acam decidessero di partecipare alla ricapitalizzazione dell’ex-municipalizzata guidata da Bianco, questi comuni arriverebbero a detenere globalmente il 2,12% di Iren. L’obiettivo è chiudere l’operazione entro fine anno.
Il prezzo unitario delle azioni Iren riservate agli attuali soci di Acam è 2,13 euro, pari alla media degli ultimi sei mesi e ben inferiore alla chiusura di ieri 2,48 euro, ed è previsto un lock up fino a maggio 2019 nell’ambito di un patto di sindacato.