Nella prima parte del pomeriggio i principali indici europei restano lievemente in rialzo, mentre a Wall Street gli indici americani viaggiano poco distanti dalla parità eccetto il Dow Jones a +0,2 per cento. Intorno alle 16:10 il Ftse Mib di Milano avanza dello 0,3%, sostanzialmente in linea con il Cac 40 di Parigi (+0,3%) e con il Ftse 100 di Londra (+0,3%) mentre il Dax di Francoforte e l’Ibex 35 di Madrid scambiano invariati.
Il tutto in attesa che prenda il via la earning season negli Stati Uniti, con i conti di colossi come JPMorgan e Wells Fargo previsti già a fine settimana. Pochi spunti oggi dall’agenda macroeconomica, con i dati sopra le attese sulla produzione industriale tedesca di novembre e la disoccupazione dell’Eurozona, in calo come previsto all’8,7% a novembre (record da gennaio 2009). In Italia invece il tasso di disoccupazione nello stesso mese è sceso all’11%, livello minimo da settembre 2012.
Sul Forex l’euro/dollaro cala a 1,192, sui minimi di oltre una settimana sui timori che la Bce possa ostacolare un rafforzamento della valuta in vista del meeting di questo mese. Lo yen invece recupera terreno sul biglietto verde (USD/JPY a 112,8) e sulla moneta unica (EUR/JPY a 134,5) dopo che la Bank of Japan ha lievemente ridotto gli acquisti mensili di titoli di Stato.
Tra le materie prime l’oro scende a 1.310 dollari l’oncia mentre il petrolio resta ben intonato in scia al calo degli impianti di trivellazione statunitensi e in attesa dei dati sulle scorte americane. Wti e Brent scambiano rispettivamente in area 62 e 68 dollari al barile, non distanti dai massimi di circa tre anni.
Sull’obbligazionario il rendimento del decennale italiano torna al 2%, separato da un differenziale con il Bund tedesco in area 155 punti base.
A Piazza Affari brilla FINECO (+3,8%), che nel 2017 ha registrato una raccolta netta totale di 5,9 miliardi, il miglior risultato di sempre. Il titolo si è guadagnato anche la conferma della raccomandazione ‘buy’ da parte di Kepler Cheuvreux, con target price alzato da 8,8 euro a 10 euro.
Acquisti anche su FCA (+3,2%) e su BANCA GENERALI (+2,2%), reduce anch’essa dal record storico di raccolta nel 2017 (6,87 miliardi).
Lettera sulle utilities e su MEDIASET (-1%). Resta in fondo al listino principale FERRAGAMO (-2,4%), penalizzata dal downgrade di Ubs da ‘neutral’ a ‘sell’, con target price abbassato da 22 a 19 euro.