Chiusura contrastata per le borse europee, mentre a Wall Street gli indici americani viaggiano in frazionale ribasso. A Milano il Ftse Mib archivia le contrattazioni in progresso dello 0,7% a 23.157 punti, sostenuto dai bancari. Sostanzialmente invariati il Ftse 100 di Londra (+0,2%) e l’Ibex 35 di Madrid (flat) mentre il Dax di Francoforte (-0,8%) e il Cac 40 di Parigi (-0,3%) terminano in territorio negativo.
I mercati sembrano dunque improntati alla prudenza, dopo il rally di inizio anno e in attesa delle prime trimestrali statunitensi, mentre gli investitori osservano soprattutto il rialzo generalizzato dei rendimenti obbligazionari. Un incremento alimentato sia dalle aspettative di progressiva normalizzazione delle politiche monetarie da parte delle banche centrali, sia dalle indiscrezioni secondo cui la Cina potrebbe ridurre gli acquisti di titoli di Stato americani.
Il rendimento del T-Bond si avvicina così al 2,6%, sui massimi dal novembre 2016 e il Bund risale allo 0,54 per cento. Il tasso sul Btp decennale di attesta al 2,03%, con uno spread dal benchmark di 148 punti base.
Le indiscrezioni pesano anche dollaro, che perde terreno nei confronti delle altre principali divise permettendo al cambio con l’euro di risalire all’1,197 per cento. Continua ad apprezzarsi lo yen, con l’USD/JPY e l’EUR/JPY in discesa rispettivamente a 111,5 e 133,4, dopo che la Bank of Japan ha lievemente ridotto gli acquisti mensili di titoli di Stato a lunga scadenza, un altro segnale di una progressiva stretta monetaria a livello globale.
Tra le materie prime l’oro scambia a 1.318 dollari l’oncia e le quotazioni del petrolio avanzano, con Wti e Brent rispettivamente a 63,4 e 6,1 dollari al barile, in scia alla diminuzione delle scorte americane di greggio (-4,9 milioni di barili) emersa dai dati settimanli dell’Eia.
Tornando all’equity, le aspettative di tassi in aumento portano ad una netta rotazione settoriale, con acquisti soprattutto sui titoli bancari e vendite in particolare sulle utilities.
A Piazza Affari infatti brillano BANCO BPM (+4,8%), INTESA (+4,6%), BPER (+4%), UNICREDIT (+3,2%) e UBI (+2,6%), sostenute anche dai giudizi positivi degli analisti.
Dall’altra parte del listino invece scivolano A2A (-2,8%), ITALGAS (-1,8%), SNAM (-2,1%), ENEL (-1,9%) e TERNA (-1,4%), oltre a PIRELLI (-2,45%), LUXOTTICA (-1,9%) e MONCLER (-1,9%).