Altra seduta contrastata per le Borse europee tra cui, intorno alle 15:40, spicca Milano a +0,6% grazie anche all’accelerazione dei bancari, mentre Wall Street ha aperto lievemente al di sopra della parità (+0,2%). Fra gli altri listini il Ftse 100 di Londra è invariato e l’Ibex 35 di Madrid guadagna lo 0,4%, mentre il Cac 40 di Parigi flette dello 0,2% e il Dax di Francoforte arretra dello 0,5%, condizionato dalle difficoltà di Angela Merkel nella creazione di un governo di coalizione.
Il tutto in attesa delle prime trimestrali statunitensi, con i conti di JP Morgan e Wells Fargo in programma domani, che potrebbero dare nuovo impulso ai listini azionari per riprendere il rally di inizio anno.
Nella tarda mattinata sono state diffuse le minute relative all’ultima riunione della Bce, da cui è emerso che l’istituto è pronto a modificare nei primi mesi di quest’anno il linguaggio relativo a varie dimensioni della posizione di politica monetaria e alla guidance sul futuro. Secondo quanto si legge nei verbali “l’importanza relativa della forward guidance sui tassi andrà crescendo man mano che l’inflazione riprenderà un sentiero sostenibile di ripresa”.
Indicazioni che hanno rimesso sotto pressione il mercato obbligazionario e hanno sostenuto nuovamente l’euro, risalito a 1,203 dollari, a 134,1 yen e a 0,89 sterline.
Nel comparto del reddito fisso tornano a salire i rendimenti dei titoli di Stato, dopo la pausa di stamattina innescata anche dalla parziale smentita cinese sulla riduzione di acquisti di bond statunitensi paventata ieri. Il rendimento del Btp che torna nuovamente sopra il 2%, a 2,04%, ma lo spread con il Bund si riduce a 146 punti base, mentre negli Stati Uniti il T-Bond decennale risale in area 2,57 per cento.
Sul fronte macro, dopo i dati positivi sulle vendite al dettaglio in Italia e sulla produzione industriale dell’Eurozona, i prezzi alla produzione statunitensi hanno segnato una battuta d’arresto a dicembre e le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione sono cresciute oltre le attese.
Tra le materie prime l’oro avanza oltre 1.320 dollari l’oncia mentree il petrolio resta in prossimità dei massimi di 3 anni, con Wti e Brent rispettivamente a 64 e 69,6 dollari al barile.
A Piazza Affari accelera FINECO (+2,5%), fra le migliori del Ftse Mib in compagnia di SAIPEM (+2,8%) e STM (+2,7%). Sulla prima Bernstein ha migliorato la raccomandazione da ‘underperform’ a ‘market perform’, mentre l’azienda dei semiconduttori è sostenuta dall’upgrade di Credit Suisse da ‘neutral ad ‘outperform’, con target price alzato da 19,5 a 24,5 euro.
Cambiano passo i bancari, agevolati dal nuovo rialzo dei tassi, con UNICREDIT (+2%), UBI (+2,2%) e BANCO BPM (+1,7%) fra le migliori. In luce anche INTESA (+0,9%), che starebbe conducendo una trattativa con Intrum Justitia per la vendita della piattaforma di servicing e di un portafoglio di npl.
Acquisti su PIRELLI (+1,2%) che ha concluso con successo la cessione della partecipazione detenuta in MEDIOBANCA (-0,4%), pari a circa l’1,78% del capitale, ricavando proventi netti pari a circa 152,8 milioni.
Sottotono il comparto del lusso, con YNAP (-2,7%) in fondo al listino, MONCLER a -1% e FERRAGAMO a -0,8 per cento.