Mattinata debole per le borse del Vecchio Continente, che mantengono un atteggiamento prudente in attesa di nuovi spunti per estendere il rally di inizio anno. Intorno a mezzogiorno il Ftse Mib di Milano guadagna lo 0,5% mentre non si registrano variazioni significative per quanto riguarda il Dax di Francoforte (-0,2%), il Cac 40 di Parigi, il Ftse 100 di Londra e l’Ibex 35 di Madrid, che oscillano intorno alla parità.
Le prime trimestrali statunitensi, con i conti di JP Morgan e Wells Fargo in programma domani, potrebbero dare nuovo impulso ai listini azionari, mentre i timori che avevano condizionato la seduta precedente sembrano parzialmente archiviati.
Tornano gli acquisti sull’obbligazionario, dopo la parziale smentita cinese sull’interruzione di acquisti di bond statunitensi paventata ieri. Il rendimento del T-Bond decennale scende al 2,53% e nell’area europea si registra un calo generalizzato dei tassi, con il Btp che scende nuovamente sotto il 2% e riduce lo spread dal Bund a 146 punti base.
Pochi spunti di rilievo dall’agenda macro, con i dati positivi di novembre relativi alle vendite al dettaglio in Italia e alla produzione industriale dell’Eurozona. Negli Stati Uniti sono previste nel pomeriggio le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione e l’indice dei prezzi alla produzione di dicembre.
Sul Forex il cambio euro/dollaro è invariato in area 1,194, in attesa delle minute relative all’ultima riunione della Bce. Rallenta il passo lo yen, dopo i corposi rialzi di ieri sostenuti dalla decisione della Bank of Japan di ridurre gli acquisti di bond. Il cambio fra biglietto verde e valuta nipponica risale a 111,7, il cross euro/yen si attesta a 133,4.
Tra le materie prime l’oro avanza a 1.318 dollari l’oncia e il petrolio continua ad apprezzarsi con Wti e Brent rispettivamente a 64 e 69,6 dollari al barile. A spingere le quotazioni dell’oro nero contribuisce ancora il calo delle scorte di greggio mostrato ieri dall’Eia, oltre alle rassicurazioni del ministro dell’Energia degli Emirati Arabi Uniti sul riequilibrio del mercato, previsto nel 2018.
A Piazza Affari brilla STM (+3%), sospinta dall’upgrade di Credit Suisse da ‘neutral ad ‘outperform’, con target price alzato da 19,5 a 24,5 euro. In evidenza anche SAIPEM (+2%), su cui Bernstein ha migliorato la raccomandazione da ‘underperform’ a ‘market perform’.
Ben intonati anche gli altri petroliferi e le utilities, penalizzate ieri dall’incremento dei rendimenti obbligazionari.
Tra gli altri titoli avanza ancora FINECO (+1,6%). Bene anche PIRELLI (+1%) che ha concluso con successo la cessione della partecipazione detenuta in MEDIOBANCA (-0,9%), pari a circa l’1,78% del capitale, ricavando proventi netti pari a circa 152,8 milioni.
Tra i bancari si mette ancora in luce INTESA (+0,9%), che sta considerando opzioni strategiche nell’attività di servicing di crediti deteriorati, compresa la cessione di un portafoglio di crediti in sofferenza del gruppo. Inoltre, sono in corso dialoghi con Intrum Justitia per la vendita della piattaforma di servicing e di un portafoglio di npl.
Scivola in fondo YNAP (-2,6%), seguita da MEDIASET (-1,5%). Realizzi su FCA (-0,7%).