Timone Fiduciaria, la holding che riunisce gli azionisti aderenti al patto di sindacato Azimut Holding e formata da management, consulenti finanziari, gestori e dipendenti del gruppo, vuole rafforzare la propria partecipazione di controllo nella società di asset management quotata a Piazza Affari. Attualmente a Timone fa capo il 15% dei titoli Azimut e la proposta è di riportare la partecipazione vicina al 25%, come in passato.
Gli aderenti al patto ne hanno discusso durante la convention di gruppo riunitasi oggi a Montecarlo. Dall’incontro è emersa la proposta di avviare un progetto di studio e valutazione di una potenziale operazione di rafforzamento della partecipazione detenuta nel capitale di Azimut Holding.
La finanziaria ha spiegato in una nota che “questa operazione avrebbe l’intenzione, dopo l’accelerated bookbuilding del 2016, di rafforzare la partecipazione del patto nel capitale di Azimut Holding e conferma la volontà di sostenere la crescita futura del gruppo, e le sue interessanti prospettive, confermate dagli eccellenti risultati raggiunti”.
Secondo quanto spiegato, l’operazione, al cui studio è stato oggi dato formalmente avvio, potrebbe essere strutturata mediante l’acquisto, a leva o assistito da un finanziamento, da parte del patto, eventualmente anche con la partecipazione di uno o più primari investitori, di azioni ordinarie Azimut sino ad un massimo del 10%, comunque per un numero di azioni che non obblighino il patto al lancio di un’offerta pubblica di acquisto.
Si prevede che l’operazione possa partire, previa definizione di tutti gli accordi con i soggetti partecipanti e gli eventuali adempimenti previsti dalla normativa applicabile, nel corso del 2018, se ci saranno le opportune condizioni di mercato. La società provvederà a dare ulteriore informativa al pubblico degli ulteriori termini e condizioni della stessa una volta meglio definiti.
Intanto sul listino milanese i titoli della società di asset management registrano un incremento del 9,9% a 18,36 euro, dopo che il gruppo ha annunciato l’intenzione di proporre un dividendo di 2 euro per azione, da corrispondere parte in cash e parte in azioni. Una cedola che è resa possibile dalla previsione di un utile netto per il 2017 compreso tra i 215/225 milioni.