Banca Generali si appresta ad archiviare l’anno più brillante di sempre sotto il profilo della raccolta. Nei 12 mesi alle spalle le sottoscrizioni si sono attestate a 6,87 miliardi, portando il totale delle masse a fine 2017 a 55 miliardi. Ma l’Ad Gian Maria Mossa è già proiettato verso il futuro e, in un’intervista, conferma l’obiettivo di crescita degli asset in gestione a 70 miliardi entro il 2021.
Il manager è piuttosto fiducioso sulla possibilità di raggiungere tale obiettivo, anche per i riscontri positivi mostrati dalla clientela e per i primi segnali di ripresa dell’economia che si iniziano a manifestare.
Per meglio cogliere queste possibilità e per rispondere più adeguatamente alle esigenze della clientela, Banca Generali ha completato una revisione della struttura interna che ha portato alla nascita di una divisione wealth management per i consulenti sopra i 50 milioni a cui fanno capo circa 17 miliardi di masse. La fascia più consistente degli asset rimane quella a cui sovrintendono i private banker, pari circa 30 miliardi di masse, mentre i financial planner più giovani gestiscono masse per circa 8 miliardi.
Per quanto riguarda le prospettive del titolo, che nel 2017 ha registrato un incremento di circa il 20%, secondo Mossa sono ancora interessanti. Innanzitutto perché l’obiettivo della società è garantire un dividend yield di circa il 4%, valore di assoluto rispetto nell’attuale scenario di bassi tassi di interesse.
Un aspetto che attira gli investitori internazionali che sono interessati alle value company. Ma, grazie all’elevato ritmo di crescita delle masse, Banca Generali è anche percepita come growth company, con un’ambivalenza che, secondo il numero uno del gruppo, rende il titolo la prima scelta per gli investitori esteri che vogliono investire in una società di asset management tricolore.
Intorno alle 13:30 a Piazza Affari i titoli Banca Generali segnano un incremento dell’1,4% a 29,62 euro.