Carige – Balzo a Piazza Affari per i titoli (+6,1%)

In spolvero sul listino milanese i titoli Carige. Questa mattina le azioni della banca guidata da Paolo Fiorentino segnano un rialzo del 6,1% a 0,0087 euro per azione. Il tutto con elevati volumi degli scambi. Poco prima delle ore 11:00 sono passati di mano 947 milioni di pezzi, contro la media di 512 milioni degli ultimi tre mesi.

Nella giornata di domani è prevista una riunione del cda per fare il punto sulla conclusione dell’aumento di capitale che ha portato nelle casse della banca 544 milioni e sulle altre operazioni relative all’operazione di rafforzamento patrimoniale per un miliardo complessivo. L’analisi degli assetti patrimoniali delll’istituto costituiranno il presupposto per stimare l’ammontare possibile per la riduzione dei crediti deteriorati, su cui è in atto un processo di revisione e accelerazione da parte delle diverse banche tricolore.

La banca ha ricevuto a fine dicembre, al pari degli altri istituti di credito, la comunicazione Srep della Bce che ha assegnato a Carige un target Cet1 pari all’11,175 per cento. Al 30 settembre Carige presentava un rapporto Cet1 phased in pari al 10,4%, valore che sale al 14,6% includendo gli effetti dell’aumento di capitale, dell’operazione di liability management, della cessione dell’immobile a Milano e del portafoglio di sofferenze per 1,2 miliardi (conclusa il 28 dicembre 2017).

Una valutazione più precisa del buffer di capitale sul quale la banca potrà disporre per procedere a nuove operazioni di riduzione del portafoglio crediti deteriorati, con un focus sulle inadempienze probabili, dovrà tenere conto degli impatti della gestione e dei risultati dell’ultimo trimestre dell’anno, e degli effetti delle restanti operazioni previste dal piano industriale (cessioni di Creditis, del ramo d’azienda relativo alla piattaforma di gestione dei crediti deteriorati e del business merchant book), i cui closing sono previsti entro il primo semestre 2018.

Tra le prossime questioni all’esame del board è poi probabile che ci sia quella del raggruppamento dei titoli, che hanno assunto un valore da penny stock. L’operazione dovrebbe essere preceduta da una proposta di conversione delle azioni di risparmio che oggi quotano 79 euro, invariate.

Infine, si ricorda che il gruppo Malacalza si è riservato ancora sei mesi di tempo per valutare se utilizzare il via libera della Bce all’aumento della propria partecipazione fino al limite massimo del 28 per cento. L’imprenditore piacentino, che prima dell’aumento di capitale era il principale azionista con una quota del 17,7%, ha incrementato la propria partecipazione fino al 20,6%, un livello inferiore rispetto a quanto concesso da Francoforte.

L’aver atteso potrebbe garantire un risparmio al gruppo Malacalza: per sottoscrivere il 7,4% necessario per arrivare alla quota autorizzata del 28% del capitale di Carige avrebbe speso 40,2 milioni, contro i 33,6 milioni che servirebbero per comprare tale quota in Borsa.