Il gruppo guidato da Remo Ruffini macina nuovi record e conferma tassi di crescita a doppia cifra con Ebitda margin nell’intorno del 34 per cento. Risultati, ricorda il capo azienda, “conseguiti grazie alla capacità di salvaguardare il DNA di un marchio globale, lavorando però intensamente sull’innovazione per soddisfare un cliente le cui esigenze si evolvono molto velocemente”. Caratteristiche apprezzate dagli analisti e dal mercato, che ha premiato il titolo con sovra-performance di eccellenza.
Moncler archivia i primi nove mesi del 2017 confermando una crescita a doppia cifra dei ricavi, aumentati del 15% a 737 milioni grazie al buon andamento in tutti i mercati sui quali il gruppo è attivo.
Un trend grazie al quale le proiezioni per fine 2017 indicano ricavi in crescita a doppia cifra, nell’ordine del 14 per cento, e un Ebitda adjusted di oltre 400 milioni. Dati dai quali emerge una redditività superiore al 34% in termini di Ebitda margin.
Risultati di grande valenza in quanto mettono in luce la “capacità di soddisfare un cliente le cui esigenze si evolvono molto velocemente”. Uno scenario sfidante, nel quale noi, sottolinea il Ceo di Moncler, Remo Ruffini, “siamo usciti vincenti in quanto siamo riusciti a valorizzare un modello messo a punto con cura maniacale”.
Diventa quindi per noi essenziale, aggiunge il Ceo, “rafforzare la cultura digitale in azienda, continuare ad accrescere l’appeal del brand a livello globale e pensare sempre più ad uno sviluppo sostenibile anche nel lungo periodo. E solo lavorando in questo modo possiamo continuare a sviluppare il nostro brand così come fatto finora”.
Questo in quanto, prosegue il Ceo di Moncler, “il mercato è sempre più complesso e molto più veloce, con aspettative molto più alte. Il consumatore si sta trasformando velocemente ed ha bisogno di dialogare con noi quasi giornalmente”.
Scenario sfidante nel quale noi “dobbiamo continuare a creare collezioni uniche e innovative, ma soprattutto a dialogare in modo diretto senza filtri. Bisogna avere un dialogo continuo, comunicare ogni giorno un progetto, che non vuol dire una giacca nuova, ma un’idea, una fotografia, un piccolo filmato, una notizia. Bisogna essere non solo più veloci ma anche più trasparenti. Tutto questo è molto impegnativo perché devi saper attingere ed esprimere una creatività”.
E c’è pure altro in quanto, puntualizza Ruffini, “i nuovi canali ci danno la possibilità, anche in mercati più maturi, di sopperire al calo dei consumi nei negozi fisici a favore del digitale”.
Questo anche se, completa il Ceo sull’argomento, “non vedo nel nostro settore uno stravolgimento a breve a livello di numeri. Piuttosto, c’è un forte aiuto dall’e-commerce per far conoscere meglio il marchio e avvicinare il consumatore in modo più confidente al negozio fisico. Ed è anche per questo che noi continueremo ad investire molto nello sviluppo della rete”.
Al 30 settembre 2017 Moncler può contare su 195 punti vendita diretti (DOS) e su 48 punti vendita wholesale (shop-in-shop) dopo che nel terzo trimestre ha inaugurato quattro DOS e 2 shop-in-shop.
Trend destinato a confermarsi poiché, come ricorda Ruffini, “vogliamo continuare a rafforzare l’heritage unico del Brand Moncler ed anche per questo prevediamo di aprire 10-15 negozi a gestione diretta all’anno a cui si affiancheranno un numero sostanzialmente simile di re-location o ampliamenti”.
Iniziative, prosegue Ruffini, “a cui si affiancheranno gli sforzi indirizzati all’apertura di almeno 15 shop-in-shops all’anno, mentre di rilievo assoluto saranno le inziative sul fronte della ricerca e dello sviluppo finalizzati a garantire innovazione nell’eccellenza”.
Più in particolare, completa il capo azienda, “continueremo ad investire in ricerca e sviluppo per garantire l’altissima qualità e l’innovazione costante che il consumatore esige da Moncler. Il tutto nell’ambito di uno sviluppo sostenibile e responsabile, che risponda alle aspettative dei nostri stakeholder in un’ottica di creazione di valore condiviso”.
Iniziative grazie alle quali “consolidare un modello di business sostenibile con cui garantirsi anche nel prossimo futuro tassi di sviluppo a doppia cifra con margini di eccellenza” così come realizzato anche nel 2017.
Iniziative aprezzate dagli analisti, che a grande maggioranza suggeriscono di acquistare il titolo, e dal mercato, che ha impresso a Moncler una performance di eccellenza con un rialzo nelle ultime 52 settimane di oltre il 46%, sovraperformando sia il Ftse Mib che il Ftse Italia Moda.
Remo Ruffini, Ceo di Moncler, illustra le priorità strategiche
“Unicità del brand, qualità a 360 gradi, focus sul cliente ed omnicanalità abbinata alla volontà di continuare a creare collezioni uniche ed innovative, in grado di dialogare con un
consumatore sempre più digitale ed esigente”.
Sono queste, precisa Remo Ruffini, presidente e amministratore delegato di Moncler, “le priorità strategiche a cui ci stiamo dedicando per salvaguardare un modello di business sostenibile e quindi continuare a rafforzare il nostro brand nel mondo”.
Ed è anche per tutto ciò che noi, aggiunge Ruffini, “continueremo a sviluppare un marchio globale, senza alcun filtro con il mercato e restando fedeli a quelle radici”. Caratteristiche grazie alle quali “salvaguardare quel volano che ci ha permesso di continuare a crescere a doppia cifra trimestre dopo trimestre”.
Un marchio solido con un modello sostenibile
Risultati di grande valenza anche perché, come sottolinea il presidente di Moncler, “Il percorso di crescita realizzato in questi anni è stato conseguito grazie alla solidità e alla forza del marchio, salvaguardando sempre la sostenibilità del suo sviluppo”.
Una crescita costante che, puntualizza Ruffini, “è frutto dell’unicità di Moncler e del prezioso lavoro svolto da tutti i nostri collaboratori, ma anche il risultato della nostra capacità di rinnovarci nella continuità, di guardare avanti, a volte con coraggio, e di saper fare scelte di valore che nel tempo danno i loro frutti”.
Condizioni grazie alle quali poter affrontare le nuove sfide con maggiore serenità. Questo anche perché, aggiunge il capo azienda, “oggi il consumatore evolve velocemente e si muove su binari diversi rispetto al passato, rompendo a volte schemi consolidati”.
Il cliente evolve e chiede più “vicinanza ed innovazione”
Il cliente, in particolare nel settore dei beni di lusso, è infatti un consumatore in costante evoluzione e molto esigente. Parlare con loro, puntualizza il Ceo di Moncler, “richiede quindi l’utilizzo di strumenti e codici nuovi che non sostituiscono, ma affiancano, quelli tradizionali. È fondamentale usare il suo stesso linguaggio, ma questo non basta in quanto bisogna aggiungere un contatto quasi quotidiano”.
Scenario in forte evoluzione e all’interno del quale noi, precisa Ruffini, “stiamo lavorando ad un importante progetto che penso ci aiuterà a cogliere nuove sfide, fondamentali per il futuro del nostro gruppo”.
E alla luce di ciò, prosegue, “ho ritenuto fosse arrivato il momento di aprire un nuovo capitolo per Moncler e quindi concludere le collezioni Moncler Gamme Rouge e Moncler Gamme Blue a partire dalla collezione autunno-inverno del 2018. Due collezioni che sono state fondamentali allo sviluppo del marchio grazie al prezioso apporto dei due stilisti che le hanno disegnate: Thom Browne e Giambattista Valli”.
Il valore dell’unicità del nostro brand
Continuare a dare valore ad un “asset unico come il nostro marchio è da sempre stata la mia priorità e proprio per questo – puntualizza Ruffini – non ho mai voluto snaturare il brand Moncler ma sono sempre rimasto fedele alle sue radici e al suo DNA ed intendo continuare a farlo anche in futuro”.Ma c’è pure altro in quanto, aggiunge, “avere una strategia chiara e coerente è sempre stato il nostro modo di operare ed è quello che a mio avviso ha fatto la differenza”.
Più nello specifico, completa il capo azienda sul tema, “Moncler è un marchio unico, senza eguali, e questa forza viene declinata a 360 gradi: nelle collezioni e nella comunicazione, così come nel design delle nostre boutique ed in tutto quello che ci rappresenta”.
Un marchio globale per un mercato mondiale
Il nostro obiettivo sin dagli esordi, ricorda Ruffini, “è stato sviluppare un marchio globale che non avesse filtri con il consumatore. Il tutto rimanendo fedele alle origini e su questo continueremo a far leva”.
Più in particolare “abbiamo sempre voluto che il brand restasse fortemente ancorato al proprio DNA, ma allo stesso tempo abbiamo sempre lavorato per affermare la sua contemporaneità e l’innovazione, sperimentando sempre nuovi abbinamenti tra funzionalità ed estetica”.
In buona sostanza, noi vogliamo continuare a realizzare “un prodotto di altissima qualità ma non ‘fashion’, perché il vero lusso è dato da prodotti che durano nel tempo, che rimangono sempre attuali al di là delle mode del momento”.
E tutto ciò è praticabile e sostenibile in quanto, ribadisce Ruffini, “sin dall’inizio il progetto che avevo in mente era semplice e credo che proprio questa semplicità e autenticità siano state la chiave del successo di Moncler nel mondo”.
Salvagurdare una qualità a 360 gradi
Da sempre noi di Moncler, sottolinea il suo presidente, “siamo ossessionati dalla perfezione e la qualità è intesa a 360 gradi: dal design alla perfomance del prodotto, dall’unicità del punto vendita al rapporto con il consumatore finale, sia retail che wholesale. In ogni occasione siamo unici e non ordinari”.
In sostanza, continua il capo azienda, “vogliamo distinguerci senza eccezione ed anche la distinzione è a 360 gradi: (1) negli eventi, esclusivi e senza eguali nel loro genere, (2) nelle collezioni, che devono trasmettere sempre energia, (3) nel capospalla, dove l’innovazione e la performance sono sempre in un equilibrio perfetto con lo stile”.
E proprio in questa direzione, completa Ruffini, “si inserisce anche la Moncler Clinique, una sorta di laboratorio che lavora sulla ricerca e sviluppo con un unico obiettivo: continuare a creare un prodotto che sia la quint’essenza della tecnologia e dello stile”.
Omni-canalità con focus sull’esperienza del cliente
Da sempre abbiamo lavorato per “sviluppare un marchio globale che non avesse filtri con il mercato. E l’omni-canalità rappresenta il modo tramite il quale il cliente ritrova sempre la stessa energia e unicità indipendentemente dai canali che utilizza, siano essi le boutique, l’online o un multi marca”.
Questo in quanto, prosegue Ruffini, “un tempo esisteva il cliente retail distinto dal wholesale, mentre oggi il cliente è unico ed i touch point sono tanti e noi siamo stati in grado di agire con successo in questo nuovo contesto operando su tre pilastri, a partire dalla client experience”.
Più nello specifico, aggiunge, “ci siamo avvicinati sempre di più al consumatore anche con negozi che rappresentano lo stile, la qualità ed i servizi del nostro brand”. Abbiamo poi lavorato sulla formazione del team per “renderlo sempre più parte attiva del nostro progetto. Obiettivo centrato grazie anche ad un programma d’incentivazione basato su una corretta remunerazione”.
Il terzo pilastro è rappresentato dalle Store operation in quanto “é fondamentale garantire la massima operatività dei nostri negozi e della rete distributiva, permettendo di lavorare sempre al top dell’efficienza con il corretto livello di magazzino”.
Collezioni uniche e innovative per clienti esigenti
“Il mercato è sempre più complesso e molto più veloce, con aspettative molto più alte. Il consumatore – puntualizza Ruffini – si sta trasformando velocemente ed ha bisogno di dialogare con noi quasi giornalmente. I prossimi anni saranno quindi molto importanti, ma noi stiamo lavorando molto bene”.
Scenario sfidante nel quale noi “dobbiamo continuare a creare collezioni uniche e innovative, ma soprattutto a dialogare in modo diretto senza filtri. Bisogna avere un dialogo continuo, comunicare ogni giorno un progetto, che non vuol dire una giacca nuova, ma un’idea, una fotografia, un piccolo filmato, una notizia. Bisogna essere non solo più veloci ma anche più trasparenti. Tutto questo è molto impegnativo perché devi saper attingere ed esprimere una creatività”.
I nuovi canali “ci danno così la possibilità, anche in mercati più maturi, di sopperire, ad esempio, al calo dei consumi nei negozi fisici in certe aree a favore del digitale”. Questo anche se, completa il Ceo di Moncler sull’argomento, “non vedo nel nostro settore uno stravolgimento a breve a livello di numeri. Piuttosto, c’è un forte aiuto dall’e-commerce per far conoscere meglio la marca e avvicinare il consumatore in modo più confidente al negozio fisico. Ed è anche per questo che noi continueremo ad investire molto nello sviluppo della rete”.
I target sulla rete e sui prodotti
Al 30 settembre 2017, Moncler può contare su 195 punti vendita diretti (DOS) e su 48 punti vendita wholesale (shop-in-shop), dopo che nel terzo trimestre ha inaugurato quattro DOS e 2 shop-in-shop. Un trend destinato a confermarsi poiché, come ricorda Ruffini, “vogliamo continuare a rafforzare l’heritage unico del Brand Moncler ed anche per questo prevediamo di aprire 10-15 negozi a gestione diretta all’anno a cui si affiancheranno un numero sostanzialmente simile di re-location o ampliamenti sempre nell’ottica di
posizionarci con la migliore vetrina e nelle migliori location”.
Iniziative, prosegue Ruffini, “a cui si affiancheranno gli sforzi indirizzati all’apertura di almeno 15 shop-in-shops all’anno, mentre di rilievo assoluto saranno le inziative sul fronte della ricerca e dello sviluppo finalizzati a garantire innovazione nell’eccellenza”.
Più in particolare, completa il capo azienda, “continueremo ad investire in ricerca e sviluppo per garantire l’altissima qualità e l’innovazione costante che il consumatore esige da Moncler. Il tutto nell’ambito di uno sviluppo sostenibile e responsabile, che risponda alle aspettative dei nostri stakeholder in un’ottica di creazione di valore condiviso”.
Iniziative grazie alle quali “consolidare un modello di business sostenibile con cui garantirsi anche nel prossimo futuro tassi di sviluppo a doppia cifra con margini di eccellenza” così come realizzato anche nel 2017.
I risultati dei primi nove mesi e le proiezioni su fine 2017
Nei primi nove mesi è continuata la crescita a doppia cifra, in quanto i ricavi sono aumentati del 15% a tassi correnti (+16% a tassi costanti) a 737 milioni grazie al buon andamento in tutti i mercati sui quali il gruppo opera.
Una realtà che a fine settembre ha consuntivato una crescita del 21% del fatturato nell’EMEA (esclusa Italia) a tassi di cambio costanti e del 19% in Asia & Resto del Mondo, mentre nelle Americhe lo sviluppo si è fissato al 14 per cento.
Segno positivo anche per l’Italia (+4%), nonostante sia stata penalizzata dalla chiusura temporanea del negozio di Milano-Montenapoleone, riaperto ad ottobre 2017 con un importante ampliamento della superficie di vendita. Il tutto in presenza di una crescita a tassi di cambio costanti del 20% a 478 milioni del canale retail, mentre il wholesale è migliorato del 9% a 259 milioni.
Un trend grazie al quale le proiezioni per fine 2017 indicano ricavi tendenti a 1,2 miliardi, con una crescita del 14 per cento, ed un Ebitda adjusted nell’intorno dei 400 milioni. Dati dai quali emerge una redditività superiore al 34% in termini di Ebitda margin.
Lo scenario dei prossimi 24 mesi
I mercati internazionali sono caratterizzati da grande volatilità e cambiamenti sempre più veloci. Pertanto, prosegue il presidente di Moncler, “diventa fondamentale essere flessibili e saper interpretare correttamente le nuove esigenze dei clienti dettate da questi cambiamenti continui. È quindi necessario adottare una strategia che sia in grado di adeguarsi ai cambiamenti stessi”.
Oggi comunque, aggiunge Ruffini, “stiamo vedendo trend positivi in tutti i nostri principali mercati, anche in Italia, che a seguito dell’Expo sembra rinata dopo tanti anni di crisi. Siamo quindi positivi nel medio periodo e affrontiamo le nuove esigenze del consumatore in modo sempre più puntuale”.
Questo in quanto noi “siamo in grado di parlare con il consumatore, soprattutto quello più giovane, usando il suo linguaggio”.
“Le prossime sfide e le nostre azioni”
Nei prossimi due anni, precisa il presidente di Moncler, “proseguiremo nel nostro progetto di ulteriore rafforzamento della cultura digitale e tecnologica che per noi è un elemento chiave. Digitale inteso non solo come canale e-commerce, bensì come digitalizzazione a 360° di tutte le divisioni aziendali, in linea con la strategia di creazione di un’esperienza unica e irrepetibile per ogni canale, la omni-canalità”.
Proseguiremo quindi nella “focalizzazione sul nostro consumatore ed anche per questo – ricorda Ruffini – i capisaldi del rapporto che vogliamo sviluppare con il consumatore, in particolare quello locale, asset fondamentale di crescita futura, prevedono un rapporto diretto con i clienti al fine di coinvolgerli ed intuire le loro aspettative”.
E in questa direzione, aggiunge il capo azienda, “si inserisce anche il nostro progetto retail excellence, in quanto essere coerenti con il consumatore vuole dire interpretare le sue aspettative nel modo corretto”.
Inoltre, completa Ruffini, “stiamo sviluppando un polo tecnologico per continuare a garantire l’altissima qualità e l’innovazione costante in tutte le nostre divisioni e in tutti i nostri prodotti. Stiamo inoltre lavorando su importanti progetti che annunceremo a breve e saranno fondamentali per la Moncler dei prossimi 10 anni”.
Le aspettative per il 2018
Una serie di iniziative grazie le quali salvaguardare tassi di crescita a doppia cifra con margini reddituali stabili. Il 2018 dovrebbe infatti presentare ricavi al di sopra di 1,3 miliardi (+11%), con Ebitda adjusted tendente ai 444 milioni. I margini reddituali dovrebbero quindi collocarsi nell’intorno del 34%, confermando una redditività di eccellenza.
Buone notizie anche sul fronte dell’Ebit in quanto, come sottolinea il consensus degli analisti in pagina, la crescita di questo aggregato rispetterà l’evoluzione di ricavi ed Ebitda, permettendo al Ros (Ebit margin) di mantenersi in prossimità del 30 per cento.
Ancora meglio l’evoluzione dell’utile, che dovrebbe passare dai 236 milioni attesi nel 2017 ai 262 previsti per il 2018 (stime che ancora non includono l’effetto positivo della patent box annunciata a metà dicembre) e quindi il ritorno espresso sui ricavi dovrebbe migliorare leggermente, attestandosi al 20 per cento rispetto il 19,9 previsto per l’anno appena concluso.
Analisti – dominano le indicazioni di acquisto
Gli analisti di Jefferies confermano la raccomandazione buy con un target price di 27,50 euro, in scia ai buoni risultati del terzo trimestre 2017, superiori alle attese, e certi delle buone prospettive di crescita che derivano dall’apertura di nuovi store e dal rinnovamento di altri già esistenti. Gli analisti si aspettano un quarto trimestre molto forte sul canale retail con un incremento del 12% dei ricavi. Per gli esercizi 2018-19 “ci aspettiamo un incremento delle vendite, con una crescita media annua dell’11,5%, e dell’utile netto (Cagr +13%)”.
Il buy viene confermato anche da Equita Sim, che aumenta il target price del 3% a 26,70 euro, grazie al continuo margine di crescita dei canali retail e wholesale. Moncler si posiziona al primo posto nel settore per profittabilità, attesa in crescita del 33-34% nonostante i tassi di cambio non favorevoli. La crescita della società è costante e sostenibile, con un Cagr 2018-2019 dell’Eps in progresso del 13%, rispetto alla stima del 10,5% per i principali competitor.
Raccomandazione neutrale, invece, da parte di BofA Merrill Lynch che fissa il target price a 26 euro. “La nostra tesi di investimento deriva dalla costante ottima performance della collezione “core”, i piumini, dall’espansione verso categorie complementari (maglieria, scarpe, accessori) e dall’ampliamento della rete distributiva attraverso l’apertura di nuovi punti vendita diretti”. Nonostante l’Eps mostri un Cagr 2016-2019 superiore del 10% rispetto ai peers, questo risulta inferiore del 29% rispetto agli ultimi tre anni. Gli analisti vedono pertanto limitate possibilità di modificare il proprio giudizio.
Giudizio positivo anche da J.P. Morgan con raccomandazione Overweight e target price 25,50 euro. “Moncler, a differenza dei suoi peers ready-to-wear e shoewear, non ha subìto una perdita a seguito della temperatura più mite di ottobre su tutto il territorio europeo.” Nel quarto trimestre gli analisti si aspettano una crescita del fatturato dl 3% sulla base dei risultati del mese di ottobre e dal buono slancio della società dei piumini. Per l’esercizio 2018 JPM stima, invece, un incremento del 9,5%, leggermente inferiore rispetto alla crescita low-doble-digit attesa dalla società.
Gli analisti di Citi confermano la raccomandazione buy e alzano il target price a 27,70 euro dal precedente 24,50 euro, poiché si aspettano che “il fatturato e i margini possano avere una visibilità per più tempo rispetto a quello che avevano inizialmente ipotizzato”. “Nonostante l’impatto negativo dei tassi di cambio, alziamo le nostre stime, sebbene solo di un modesto +1% in entrambi gli anni 2018 e 2019. Ci aspettiamo comunque un Ebitda margin in crescita del 30%, con un Ebtda a 500 milioni entro il 2020”.
Gli analisti di Morgan Stanley d una raccomandazione neutrale “Equalweight” con target price a 27 euro. “Sin dall’inizio dell’anno il titolo ha mostrato una tra le migliori performance del settore lusso, supportata da un aumento di circa il 13% del consensus dei ricavi. Rimaniamo molto fiduciosi in un nuovo slancio del brand e riteniamo che la società continuerà a sovraperformare gli altri competitor monomarca, ma vediamo meno possibilità di significative sorprese al rialzo e siamo pertanto solo il 5% al di sopra del consensus a medio termine”.
Deutsche Bank conferma la raccomandazione “Hold” con target price a 25,70 euro. “Il nostro modello basato sulla valutazione dei flussi di cassa ci permette di fissare il nuovo target price più alto dell’1,2% rispetto al precedente (25,40 euro).” L’aumento atteso dell’1% dell’Eps per l’intero anno 2017 segue i dati positivi relativi alla crescita nel terzo trimestre del 20% delle vendite del canale retail, sostenute dall’apprezzamento sul mercato della collezione autunno/inverno, ma ancor di più grazie all’apertura di 4 nuovi store per un totale di 195, numero destinato a salire di 15 unità nel 2018. In progresso del 9% anche il fatturato del canale wholesale, che rappresenta il 46% delle vendite del brand nel terzo trimestre, che ha sovraperformato le aspettative espresse dal consensus.
Borsa – Il mercato apprezza le scelte strategiche
Il titolo Moncler ha chiuso la giornata di venerdì con un ribasso dello 0,5 % a 25,08 euro.
Nelle ultime 52 settimane l’azione ha segnato un rialzo di oltre il 46% sovraperformando sia Ftse Mib sia il Ftse Italia Moda, che nel periodo sono saliti rispettivamente del 22% e del 14 per cento.
Una performance positiva che acquista ancora maggior rilevanza estendendo l’orizzonte temporale al 13 dicembre 2013, data del debutto a Piazza Affari, periodo nel quale il titolo ha registrato un progresso complessivo del 147%, superando nettamente suddetti benchmark rispettivamente del 116% e del 112% e segnando nuovi massimi storici, come l’ultimo registrato lo scorso 29 dicembre a 26,58 euro.
Un ottimo andamento borsistico che riflette l’apprezzamento del mercato verso il percorso di crescita intrapreso dalla società, basato su alcuni punti cardine ovvero “Unicità del brand, qualità a 360 gradi, focus sul cliente ed omnicanalità abbinata alla volontà di continuare a creare collezioni uniche ed innovative, in grado di dialogare con un consumatore sempre più digitale ed esigente”, come sottolineato da Remo Ruffini, presidente e amministratore delegato di Moncler.