Mattinata poco mossa per le Borse europee, caute in vista della riunione della Bce di giovedì. Gli investitori intanto valutano gli effetti dello shutdown governativo scattato sabato negli Stati Uniti e attendono per oggi un nuovo voto che possa porre fine al parziale blocco delle attività pubbliche.
Intorno alle 12:00 il Ftse Mib di Milano scambia poco sopra la parità (+0,1%), in recupero rispetto all’apertura. Sostanzialmente invariati anche il Ftse 100 di Londra, il Dax di Francoforte e il Cac 40 di Parigi mentre l’Ibex 35 di Madrid guadagna un timido 0,4 per cento.
Sul Forex il cambio euro/dollaro risale a 1,226, con il biglietto verde penalizzato dalla paralisi del governo statunitense. Per contro, la moneta unica beneficia del via libera da parte dei socialdemocratici tedeschi all’avvio delle trattative con Angela Merkel per la formazione di un governo di coalizione. Invariato il dollaro/yen (110,7), in attesa dell’annuncio della Bank of Japan sulla politica monetaria, in programma domani.
Poco mosso il petrolio dopo la debolezza nel finale della scorsa ottava, con Wti e Brent rispettivamente a 63,3 e 68,6 dollari al barile. A frenare le vendite sull’oro nero contribuiscono i commenti del ministro saudita per l’energia Al-Falih, da cui si apprende che Opec e Russia proseguiranno con i tagli alla produzione fino a fine 2018 e sono pronti ad estendere gli accordi anche oltre.
Sull’obbligazionario il rendimento del Btp decennale è stabile all’1,95%, mentre lo spread con il Bund tedesco è in area 137 punti base.
A Piazza Affari spicca YNAP (+24,1%), dopo l’offerta pubblica di acquisto totalitaria a 38 euro per azione lanciata da Richemont, già maggior azionista della società con il 24,97% del capitale.
In evidenza pure MEDIASET (+3,9%), che beneficia dell’upgrade di Goldman Sachs da ‘neutral’ a ‘buy’, con rialzo del target price a 4,50 euro dal precedente 3,75 euro. Bene anche FERRAGAMO (+3,5%), BUZZI (+1,5%) e i bancari, in particolare le ex popolari BANCO BPM (+2,3%) UBI (+1,5%) e BPER (+1,4%).
Su ENEL e SNAM pesa lo stacco dell’anticipo del dividendo relativo all’esercizio 2017.