Poco prima delle 16:00 le Borse europee mantengono un andamento incerto, fatta eccezione per Francoforte, con il Dax (+0,6%) sui massimi storici. A Milano il Ftse Mib scambia in flessione dello 0,3%, sostanzialmente in linea con il Cac 40 di Parigi (-0,2%), mentre il Ftse 100 di Londra (+0,1%) e l’Ibex 35 di Madrid (+0,1%) mostrano frazionali guadagni.
Wall Street intanto ha aperto contrastata dopo il poker di record della scorsa seduta, all’indomani del voto in Senato che ha momentaneamente interrotto lo “shutdown” governativo garantendo i finanziamenti fino all’8 febbraio. Spicca il +0,3% del Nasdaq sostenuto da Netflix (+10%) dopo i risultati diffusi ieri a mercati chiusi. L’attenzione torna così prevalentemente sulle trimestrali, con i conti di Verizon, Johnson & Johnson e P&G diffusi prima dell’apertura dei mercati e quelli di United Continental e Texas Instruments in calendario oggi.
Sul fronte macro, l’indice Zew di gennaio relativo fiducia degli investitori istituzionali tedeschi è salito a 20,4 punti dai 17,4 di dicembre, superando le stime degli economisti (17,7 punti). Anche il sotto-indice relativo alla situazione corrente è salito invece a 95,2 punti dagli 89,3 di dicembre, sovraperformando il consensus (89,6 punti).
In attesa della riunione della Bce, in programma giovedì, la Bank of Japan ha mantenuto inalterata la politica monetaria accomodante, pur mostrandosi meno pessimista rispetto alle ultime uscite in merito alla ripresa dell’inflazione. Dinamica che sostiene lo yen, in recupero nei confronti del dollaro (USD/JPY 110,4) e dell’euro (EUR/JPY 135,5), mentre il cambio fra moneta unica e biglietto verde risale a quota 1,227.
Fra le materie prime l’oro perde terreno rispetto alla mattinata, scendendo a 1.332 dollari l’oncia nonostante il deprezzamento del biglietto verde. Ben intonate le quotazioni del petrolio (+0,9%), con Wti e Brent rispettivamente a 64,1 e 69,7 dollari al barile, in attesa dei dati settimanali dell’Api sulle scorte americane di greggio.
Acquisti diffusi sull’obbligazionario, spinti anche dai segnali provenienti dalla Boj sul mantenimento della politica monetaria espansiva. In Italia il rendimento del Btp scende sotto quota 1,9% a 1,88% e lo spread con il Bund si riduce a 131 punti base.
A Piazza Affari avanza BUZZI (+1,3%), agevolata dal rialzo del target price da parte di Ubs (a 30 euro da 27,4) e dalla sospensione del blocco governativo negli Stati Uniti.
Tra i bancari spicca BANCO BPM (+1,6%), beneficiando anche della conferma della raccomandazione ‘buy’ da parte di Banca Imi con prezzo obiettivo di 3,8 euro.
SAIPEM (+0,9%) in evidenza tra i petroliferi, acquisti anche su TELECOM ITALIA (+0,9%), PRYSMIAN (+0,8%) e FINECO (+0,7%).
Deboli LEONARDO (-1,6%), ATLANTIA (-1,4%) e FERRARI (-1,4%). Realizzi su FERRAGAMO (-2,2%), salita ieri in scia al balzo di YNAP (invariata) innescato dall’offerta pubblica di acquisto totalitaria a 38 euro per azione lanciata da Richemont.