Poco prima di mezzogiorno i listini europei viaggiano intorno alla parità, eccetto il Dax (+0,8%) sui massimi storici grazie anche alla netta crescita dell’indice Zew di gennaio. Il Ftse Mib (+0,1%) brucia i guadagni dell’apertura, quando aveva superato i 24 mila punti e scivola a -0,1 per cento. Sostanzialmente invariato anche il Cac 40 di Parigi (+0,1%), vicino in avvio ai livelli del 2007. Timidi progressi per il Ftse 100 di Londra (+0,2%) e l’Ibex 35 di Madrid (+0,3%).
Sul fronte macro, l’indicatore relativo fiducia degli investitori istituzionali tedeschi è salito a 20,4 punti dai 17,4 di dicembre, superando le stime degli economisti (17,7 punti). Anche il sotto-indice relativo alla situazione corrente è salito invece a 95,2 punti dagli 89,3 di dicembre, sovraperformando il consensus (89,6 punti).
In attesa della riunione della Bce, in programma giovedì, il focus degli investitori resterà prevalentemente concentrato sulle trimestrali statunitensi, con i conti di Verizon, P&G, Johnson & Johnson, United Continental e Texas Instruments in calendario oggi. Ieri intanto il Senato ha raggiunto un accordo per porre fine allo shutdown governativo e garantire i finanziamenti fino all’8 febbraio.
Dinamica che sostiene parzialmente il dollaro, con il cambio EUR/USD in discesa a 1,2245 mentre lo yen recupera terreno nei confronti del biglietto verde (USD/JPY 110,6) e della moneta unica (EUR/JPY 135,5) dopo il governatore della Bank of Japan Kuroda ha ribadito il mantenimento della politica monetaria ultra accomodante, pur mostrandosi meno pessimista sulla ripresa dell’inflazione. In difficoltà le cripto valute, con perdite a doppia cifra, a causa delle normative più stringenti in Corea del Sud.
Fra le materie prime l’oro è in rialzo a 1.337 dollari l’oncia e il petrolio viaggia in territorio positivo, con Wti e Brent rispettivamente a 63,9 e 69,3 dollari al barile, sostenuto ancora dall’intesa fra Opec e Russia per estendere i tagli fino a fine anno e oltre se necessario.
Sull’obbligazionario il rendimento del Btp scende sotto quota 1,9% e lo spread con il Bund si riduce a 134 punti base.
A Piazza Affari avanza TELECOM ITALIA (+1,3%), agevolata in parte dalla mancata fusione tra Orange e Deutsche Telekom che apre interessanti prospettive nel mercato europeo delle tlc.
In evidenza anche BUZZI (+1,2%), agevolata forse dalla sospensione del blocco governativo negli Stati Uniti e CAMPARI (+1,2%).
Si affievoliscono rispetto all’apertura gli acquisti sulle banche, con INTESA flat e UNICREDIT in flessione dello 0,4 per cento.
Ancora positiva FCA (+0,4%), su cui Kepler Cheuvreux ha alzato il target price da 17,5 a 22 euro, confermando il giudizio buy.
Realizzi su FERRAGAMO (-1,5%), salita ieri in scia al balzo di YNAP (invariata) innescato dall’offerta pubblica di acquisto totalitaria a 38 euro per azione lanciata da Richemont.