Un’accelerazione nella riduzione dei crediti deteriorati, anche attraverso partnership con operatori esterni, e un impegno ancora rilevante verso la remunerazione degli azionisti attraverso il pagamento dei dividendi. Saranno questi due aspetti importanti del prossimo piano strategico di Intesa Sanpaolo, che sarà presentato alla comunità finanziaria il prossimo 6 febbraio, secondo quanto confermato da Messina da Davos dove sta partecipando al Forum Internazionale.
Carlo Messina, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, si concede qualche giorno a Davos al World Economic Forum prima della presentazione del nuovo piano industriale, che sarà presentato a Milano il prossimo 6 febbraio e su cui c’è una forte attesa da parte del mercato.
Aspettativa che ha portato le azioni dell’istituto milanese a guadagnare da inizio anno oltre il 13% superando quota 3 euro. Questa mattina i titoli Intesa Sanpaolo si confermano a 3,12 euro (-0,2%, contro il +0,4% dell’indice).
Ad attrarre gli investitori sono le attese sulle linee strategiche del nuovo piano dal quale ci si aspetta un’accelerazione delle politiche di riduzione dello stock dei crediti deteriorati, oltre che un riassetto strategico del settore dell’asset management e maggiori chiarimenti sulle sinergie e sulla crescita che potranno derivare dal consolidamento delle attività delle ex banche venete.
Messina ha confermato, parlando da Davos, la volontà di incidere in modo ancora più significativo sull’ammontare dei crediti deteriorati della banca. “Abbiamo sempre agito per rafforzare la nostra macchina di recupero crediti interna”, osserva il manager in un’intervista, “siamo riusciti a ridurli di più di 10 miliardi di euro e adesso vogliamo continuare e rafforzare il ritmo di diminuzione anche attraverso partnership strategiche”.
Il riferimento è alle trattative in corso con l’operatore scandinavo Intrum Justitia per la cessione della piattaforma di servicing dei crediti deteriorati, operazione che potrebbe includere anche la vendita di 10 miliardi di sofferenze. Finora Intesa Sanpaolo ha privilegiato la strada della gestione interna delle sofferenze, con ottimi risultati. Ora però, viste le pressioni da parte della Bce e approfittando del momento positivo dell’economia, si apre l’opportunità di agire in modo più incisivo.
A fine settembre il rapporto tra i crediti deteriorati e quelli totali risulta pari al 12,9 per cento. La cessione di 10 miliardi porterebbe tale rapporto al 10,8%, vicino alla soglia critica del 10,5 per cento. Ulteriori passi verso gli ancora più bassi livelli europei potrebbero venire dalla gestione interna.
Messina ha indicato che, a suo avviso, l’approccio migliore verso la Bce è iniziare ad agire e presentarsi alle discussioni con una propria road map già definita.
Il numero uno di Cà de Sass ha inoltre sottolineato che uno degli aspetti apprezzati finora dal mercato è stata la capacità di remunerazione tramite dividendi da parte di Intesa Sanpaolo, che nell’arco dell’ultimo piano ha pagato 10 miliardi di cedole, di cui l’ultima tranche è quella da 3,4 miliardi relativa al 2017 che è stata confermata. Una politica che proseguirà anche nei prossimi anni.